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Dj pedofilo condannato a otto anni. Un milione di euro alle famiglie dei bambini filmati

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
22 Dicembre 2012
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Avezzano. Una pena di otto anni e undici mesi di reclusione, e un milione di euro di risarcimento. Confermata in cassazione la condanna nei confronti del Dj di Pescina accusato di reati di pedofilia. A ognuna delle otto vittime, bambini del territorio, soprattutto marocchini, andrà un risarcimento di 120mila euro. Il Dj di 43 anni era accusato di detenzione di materiale pornografico, pedopornografia e violenza sessuale nei confronti di minori. Il Pubblico ministero, in primo grado, aveva chiesto una pena di 10 anni, leggermente attenuata in appello. L’accusa aveva chiesto 15 anni di reclusione. Grazie allo sconto di un terzo della pena aveva ottenuto una condanna a nove anni. Erano state negate le attenuanti generiche e il difensore dell’imputato, Roberto Verdecchia, ha fatto ricorso. Le famiglie dei bambini adescati e violentati, tre dei quali fratelli, si erano costituite parte civile ottenendo il risarcimento. Erano difese dall’avvocato Franco Colucci. I bambini finiti nella rete del pedofilo, secondo gli accertamenti dei carabinieri, erano undici e tutti sotto i quattordici anni. Solo otto di loro, però, si sono costituiti parte civile. I carabinieri della compagnia di Avezzano hanno sequestrato una serie di videocassette “hard” che riprendono l’arrestato mentre ha rapporti sessuali con dei minori. Durante le perquisizioni, sono saltate fuori otto videocassette a luci rosse. E’ stato inoltre sequestrato ulteriore materiale pornografico, un computer e alcuni oggetti che, secondo quanto emerso dalle indagini e dalle testimonianze, venivano usati per adescare i ragazzini. In un primo momento l’inchiesta che aveva portato all’arresto del pedofilo era divisa in due filoni: il primo legato al materiale pedopornografico rinvenuto, il secondo ad Avezzano scaturito dalla denuncia di una coppia di genitori di due fratellini della zona. In un secondo tempo era stata riunita in un unico processo perché il procedimento al tribunale di Avezzano legato agli atti sessuali nei confronti delle parti offese era stato unificato.

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