Il vescovo ha condiviso parole toccanti con gli ospiti della Casa famiglia, sottolineando come la loro testimonianza rappresenti un segno concreto di pace e speranza. “In questo tempo nel quale sentiamo quotidianamente bollettini di guerra,” ha affermato, “la vostra presenza è un faro di umanità e fraternità.” Ha poi evidenziato l’importanza di generare e sostenere comunità inclusive, sottolineando che ogni persona ha il diritto di sentirsi riconosciuta e parte integrante della società.
Il vescovo ha messo in evidenza che l’inclusione non può essere solo uno slogan, ma deve tradursi in azioni concrete e in una vera conversione nelle pratiche di convivenza e nelle relazioni. “Non c’è inclusione se manca l’esperienza della fraternità e della comunione reciproca,” ha aggiunto, invitando tutti a riflettere su come possiamo contribuire a costruire un mondo più umano. Alla serata hanno partecipato anche padre Riziero Cerchi, padre Michel Carlot e don Ennio Grossi, insieme a tutti gli operatori della Casa famiglia ANFFAS di Tagliacozzo, Celano e Aielli. La loro presenza ha arricchito ulteriormente l’evento, creando un’atmosfera di condivisione e sostegno reciproco.