San Benedetto dei Marsi. “La barbara uccisione dell’orsa Amarena lascia tristezza e sdegno nell’animo di ogni buon abruzzese ed impone al mondo politico-istituzionale delle riflessioni. Ritengo, ad esempio, valida e quindi meritevole di essere riconsiderata una buona pratica, la cosiddetta ‘campagna alimentare dell’orso’ condotta negli anni 80 e nei primi anni 90, volta ad evitare che i plantigradi venissero a cercare cibo a valle.
Era attuata in autunno, ossia nel periodo di iperfagia dell’animale, individuando quei siti in quota più frequentati dagli orsi per rifornirli di mele, pere e carote, in quantità industriali. Talvolta venivano usate anche carcasse di animali domestici morti, fin quando la Asl non ne vietò l’uso per ragioni igienico-sanitarie. Probabilmente non del tutto sufficiente a limitare il fenomeno della presenza sempre più costante degli orsi nelle nostre località più esposte ma fu una misura sicuramente adatta a diminuirne gli spostamenti, soprattutto delle femmine con cuccioli.
Va considerato, inoltre, che il problema della frequentazione dei centri abitati e ancor di più dei pollai, sia probabilmente riconducibile ad una deviazione di una parte di esemplari che, ai fini della cattura per il censimento, sono stati pasturati con esche composte di poltiglia putrescente di pollame, conigli e di altri componenti animali. Fenomeno che li ha sommessamente abituati a degli odori che li hanno resi quasi dipendenti. Storicamente, infatti, i pollai sono stati frequentati dalle volpi, non dagli orsi. Il problema è complesso e dovrebbe essere affrontato con grande attenzione, attraverso una sinergia istituzionale in grado di individuare le migliori soluzioni. Spiace essere oggi alla ribalta delle cronache, anche nazionali, per le brutali modalità che hanno portato alla perdita di un amato simbolo d’Abruzzo”. È’ quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Massimo Verrecchia.