Celano. «Ritengo sia doveroso, per il rispetto nei confronti dei cittadini e per le istituzioni che rappresenta, che il Sindaco di Celano, Senatore Filippo Piccone, chiarisca la sua posizione e le sue intenzioni circa la presunta interruzione anticipata del mandato amministrativo fatta trasparire ufficialmente da esponenti della maggioranza». Lo ha detto Ermanno Natalini (PD) commentando la nota del gruppo “Celano in movimento” dove «mascherandosi con ipocrisia dietro al rilancio dell’azione amministrativa», si legge invece, testualmente, che la maggioranza, con 3 anni d’anticipo dalla scadenza naturale del mandato, si appresta ad affrontare “una attività comunale già proiettata verso le ormai non lontane elezioni” e che i prossimi “saranno i dieci mesi finali dell’azione amministrativa”. «È impressionante e vergognoso» ha attaccato l’esponente del PD «constatare con quanta disinvoltura il Pdl usi le Istituzioni a proprio piacimento. Per la seconda volta, a ridosso di scadenze elettorali regionali e politiche, la destra celanese getta la Città nell’ insicurezza di un indefinito periodo di commissariamento non curandosi delle conseguenze e delle ricadute sul tessuto economico e sociale. È evidente a tutti, quindi, che i buoni propositi manifestati in questi ultimi giorni da tutta la maggioranza non sono altro che l’inizio di una campagna elettorale di cui, francamente, nessuno sentiva il bisogno e la necessità. Ora, resta da capire, se questa vicenda, è da classificare come gaffe da parte del gruppo “Celano in movimento” o se Piccone sta preparando la scalata alla guida della giunta regionale sbarrando la strada al Chiodi bis. In tutti i casi, il Sindaco e gli altri esponenti del Pdl, facciano chiarezza su questa questione e non prendano in giro i cittadini. Le istituzioni non sono paragonabili ad autobus da prendere per poi scendere ad una fermata ritenuta migliore. Il centrodestra, se è in grado, governi la Città fino a fine mandato, diversamente sarebbe meglio per tutti, visti anche gli scarsi risultati di questi due anni, tornare alle elezioni subito e non aspettare inutilmente dieci mesi».