Avezzano. “Voglio raccontare, in un momento storico così difficile a livello nazionale sul tema dell’immigrazione e della sicurezza, problematiche che nel nostro piccolo affrontiamo anche in città con segnalazioni di episodi di violenza, di reati di varia natura che vedono protagonisti immigrati”, scrive in una lettera una donna, riguardo la sua ultima esperienza vissuta assieme alla sua bambina, nel pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano.
“Ecco voglio raccontare la storia di una merendina Fiesta che nella sala d’attesa del nostro pronto soccorso. un ragazzo, credo di nazionalità marocchina, ha regalato alla mia bambina di 6 anni con un gesto carico di tenerezza, da sciogliere il cuore di me mamma, che ero lì con lei e da abbattere ogni pregiudizio e qualsiasi barriera. Quel ragazzo era lì con noi da ore in attesa di essere chiamato, sdraiato su quelle sedie, stanco al punto tale da addormentarsi profondamente per un’ora almeno. Io ero lì con la mia bambina, spaventata che faceva mille domande su quello che avrebbero dovuto fare: “Mamma devo fare la puntura? Mamma mi faranno tanto male? A 6 anni anche un prelievo del sangue può sembrare una pratica insopportabile”.
“Ebbene”, prosegue la donna, “Nella normale indifferenza di tutti gli altri avventori, presi dalle proprie ansie e preoccupazioni per la propria salute o per quella di un proprio caro, quel ragazzo magrebino all’improvviso si è svegliato dal suo sonno profondo ed è andato verso i distributori, ha comprato una Fiesta e con passo timido si è avvicinato alla mia bambina, allungando il braccio con fare quasi intimorito, con un cenno del capo, a dirle Tieni è per te, gliel’ha data. Mia figlia, sorpresa da quel gesto inaspettato di quel ragazzone sconosciuto, lo ha ringraziato con voce fioca. Io ero lì, a trattenere la commozione. Questa è la storia – a lieto fine – di una merendina Fiesta e di un ragazzo magrebino che ha strappato un sorriso alla mia bambina nella sala d’attesa del P.S. Grazie per la lezione di vita e buona fortuna ragazzo sconosciuto!”