Tagliacozzo. Sono iniziate in fretta e furia le operazioni di trasferimento o di dimissione dei pazienti no covid dall’ospedale di Tagliacozzo dove si trovano i reparti di Cardiologia riabilitativa e di Riabilitazione. Infatti l’ospedale dovrà divenire una struttura covid e accogliere altri pazienti a causa dell’esaurimento di posti ad Avezzano. Il provvedimento, firmato nei giorni scorsi, prevede la riconversione immediata e l’arrivo dei pazienti inizierà non appena sarà completato l’iter di dimissione, o di trasferimento altrove, degli attuali degenti.
La decisione, che venne presa anche nella seconda ondata, suscitando dissenso, sta provocando anche in questa occasione delle proteste poiché anche stavolta la Asl 1 si è fatta trovare impreparata all’emergenza, tanto da smantellare nuovamente posti letto di fondamentale importanza al fine di ricoverare pazienti covid. Ci sarebbe poi anche il problema del personale, insufficiente a gestire una emergenza covid a causa della carenza di medici, infermieri e oss.
Una diffida al manager arriva dal comitato pro ospedali guidato dalla dottoressa Rita Tabacco, che richiama la recente ordinanza del presidente della Regione che disponeva di “decongestionare i nosocomi pubblici di rispettiva afferenza e di avvalersi delle Case di Cura private accreditate della Regione”. Praticamente l’opposto di quello che sta avvenendo con Tagliacozzo.
Nella nota del comitato, si invitano il manager Asl Ferdinando Romano e la direzione sanitaria della Asl 1 “a sospendere ogni eventuale decisione o provvedimento avente in oggetto ogni eventuale trasformazione dell’ospedale di Tagliacozzo in ospedale covid”, richiamando all’attenzione del direttore generale proprio l’ordinanza 3 del 24 gennaio di Marsilio. Si annunciano iniziative legali contro la decisione della Asl.