Avezzano. Gino Milano, coordinatore regionale API interviene nel dibattito politico e attacca il Pdl: “Il “vecchiume politico” cerca ancora come mimetizzarsi per sottrarsi al giudizio espresso dai cittadini con il voto del 6 maggio: la bocciatura della vecchia maggioranza, con il dimezzamento dei suoi voti, e il dissolvimento delle omologhe liste che la rappresentano. Politicanti duri a lasciare il passo, vecchi illusionisti dietro una maschera nuova. I cittadini di Avezzano non hanno l’anello al naso e sanno riconoscere il vecchiume politico (persino anagrafico!) delle facce che contornano un candidato sindaco che dice di “dover ancora studiare il da farsi” mentre lancia giaculatorie demagogiche per tagliare indennità a consiglieri e assessori, emulo delle più colorite invettive dell’antisistema così tanto di moda. Parole che somigliano troppo a quelle pronunciate da un premier che, negli ultimi giorni di campagna elettorale, promise agli italiani un milione di posti di lavoro, per poi lasciare le funzioni di governo e un’Italia disperata, con milioni di disoccupati, licenziati, resi poveri. Quanto al titolo di “moderati” che il coordinatore si compiace di attribuire a sé e ai suoi in modo esclusivista, a difesa di una roccaforte di potere (quello esercitato per dieci anni, nel corso dei quali è stato, anch’egli, amministratore accanto al sindaco) intendo qui ricordare la presenza di altri moderati, democratici e riformatori, che hanno individuato nella candidatura a sindaco di Gianni Di Pangrazio la sintesi per un’Amministrazione “altra”, rinnovata, competente, capace fin da oggi (e non in virtù di futuri studi!) di programmare l’Avezzano di domani: aperta, partecipata, solidale e progressista. Quel progetto è stato via via accolto da altre forze politiche e sostenuto da liste civiche, ed ora, dopo il primo turno di votazioni, è stato ritenuto valido e veritiero da ulteriori Gruppi civici e di cittadinanza che nulla hanno di “sinistra” e si impegnano esclusivamente per “una buona amministrazione” della città. Basta, dunque, con le trappole verbali! E basta servirsi dei “temi sociali” come specchietto per le allodole, come mezzo subdolo per disorientare e illudere la gente impoverita, le famiglie in difficoltà, i giovani senza futuro, gli anziani in solitudine… Tariffe, tasse e tributi imposti negli ultimi anni da opinabili scelte ed evidenti omissioni dell’amministrazione uscente, non permettono oggi di rivolgere scherzi e ricatti alle persone delle fasce sociali più deboli! Ricordiamoci tutti delle parole che don Luigi Di Liegro rivolgeva ai politici di Roma: “servite i poveri, non servitevi dei poveri”. Non umiliate ancora, con logiche bugiarde, l’intelligenza e la sensibilità degli Avezzanesi”.