L’Aquila. Quarantuno aziende abruzzesi al salone internazionale del food dolce e salato «Cibus» in programma a Parma dal 7 al 10 maggio. Le aziende saranno rappresentate dal Consorzio Agire Polo di Innovazione Agroalimentare e dall’Associazione regionale allevatori. La presenza abruzzese è coordinata dal Centro Interno delle Camere di Commercio d’Abruzzo che ha allestito un’area espositiva di 360 metri quadrati. All’interno del padiglione 6, per valorizzare e promuovere le eccellenze alimentari abruzzesi dell’industria e dell’agricoltura, vi saranno dalla pasta all’olio extravergine di oliva, dai sughi ai tartufi, dai salumi ai prodotti dolci e salati da forno, vino, conserve e derivati dai prodotti orticoli. Ci sarà spazio anche per i formaggi con alcune iniziative di degustazione promosse dall’Associazione regionale allevatori. «L’agroalimentare abruzzese non conosce crisi in virtù della qualità e della forte identità territoriale dei nostri prodotti – ha detto Silvio Di Lorenzo, presidente del Centro Interno delle Camere di Commercio d’Abruzzo – in un mix virtuoso di piccole aziende artigiane e industrie alimentari di eccellenza». «L’Abruzzo piace all’estero – aggiunge l’assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo – e lo dimostrano i dati dell’export che nel 2011 hanno segnato +12,3%, superiore di circa un punto alla media italiana, dopo il già confortante dato del 2010. Ora l’impegno delle istituzioni è supportare efficacemente questo comparto attraverso la promozione e la tutela delle produzioni, e per questo abbiamo reso disponibile una dotazione di 5 milioni di euro sul biologico, parte dei quali già assegnati, e fondi importanti anche sulla ricerca per l’innovazione e la certificazione di qualità e sicurezza nel sistema agroindustriale attraverso l’accordo tra il Polo di Innovazione Agire e il Distretto Agroalimentare IT.QSA. Abbiamo recentemente attivato il »Marchio Abruzzo« che caratterizzerà i prodotti abruzzesi di qualità e sarà avviata un’intensa attività di promozione attraverso la Misura 1.3.3 del Piano di Sviluppo Rurale con 6,3 milioni di intervento pubblico, che diventeranno circa 10 milioni con la quota privata, per diffondere il consumo dei nostri prodotti, favorirne l’aumento del valore commerciale e ampliare gli sbocchi di mercato».