Collarmele. Di nuovo sciopero della fame una maestra di Sulmona, in servizio presso una scuola dell’infanzia di Collarmele, che dichiara battaglia contro l’obbligatorietà del certificato verde per i docenti. Lo annuncia lei stessa in una lettera inviata al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi dove sottolinea come “ho deciso di riprendere lo sciopero della fame contro l’obbligo del green pass dopo la decisione del governo che ha esteso questo strumento di controllo, a pagamento, a tutti i lavoratori pubblici e privati”.
Lo sciopero è previsto per domani domani per “difendere il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione italiana”.
“Il ricatto del governo”, afferma l’insegnante, “cioè la sospensione dal lavoro e la privazione della retribuzione, per chi non si sottopone all’obbligo del green pass, è inaccettabile in uno Stato democratico. Tanto più in un Paese la cui Costituzione,all’art.1, recita : “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. L’art. 3 stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” ed impedisce ogni discriminazione per le loro “condizioni personali e sociali”. L’art. 32, che tutela la salute, stabilisce anche che “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Togliere il lavoro a chi lo ha legittimamente conquistato come la sottoscritta, dopo molti anni di precariato, è ancora peggio perché, insieme alla dignità , toglie le stesse basi per poter vivere”.
“Ad eliminare ogni dubbio sulla funzione punitiva del certificato verde”, scrive, “è proprio il ministro della Pubblica Amministrazione. “Il green pass – ha affermato Brunetta – è geniale perché aumenta il costo psichico e monetario a carico degli opportunisti contrari al vaccino”. L’etichetta “no vax”, viene utilizzata dal governo per criminalizzare e sottoporre all’odio sociale chi vuole continuare a pensare con la propria testa. Sono molti gli uomini di cultura e anche scienziati che rivendicano il diritto alla libertà di pensiero. Luc Antoine Montagnier, medico, biologo e virologo francese, che ha scoperto il virus dell’HIV vincendo il Premio Nobel per la medicina 2008, precisa di non essere contro i vaccini, che ha studiato per tutta la vita, ma a proposito dei vaccini Covid dice : “Siamo di fronte ad una situazione sconosciuta e quando è così bisogna adottare un principio di precauzione. La medicina esiste per curare, non per uccidere. Non si dice come stanno attualmente le cose, si vogliono nascondere gli effetti secondari. Lo sanno tutti che i vaccini COVID non ci proteggono dalla trasmissione del virus. Il 40% delle persone vaccinate può infettarsi, il virus non resta quello che era all’inizio : cambia, muta e crea nuove varianti. Esistono terapie efficaci e a poco costo, ci sono i mezzi per lottare contro la pandemia. Le case farmaceutiche dovrebbero impegnarsi per trovare queste cure che sono state trovate per l’Aids, invece si impegnano solo per i vaccini”.
“Il pensiero unico imposto dal governo”, continua l’insegnante, “serve in realtà a distrarre l’attenzione dalle responsabilità del catastrofico “modello sanitario “ italiano, che ha trasformato gli ospedali e le case di riposo per anziani in focolai del virus, provocando migliaia di morti, un “modello” che ha prodotto negli ultimi anni la chiusura di molti ospedali minori senza peraltro realizzare una efficace e capillare medicina sul territorio e incentivando una privatizzazione strisciante della sanità pubblica. Per questi motivi, dopo la temporanea sospensione, riprendo la mia iniziativa nonviolenta per il diritto al lavoro e contro ogni discriminazione. Domani mattina tornerò, senza green pass, a Collarmele per prendere servizio nella Scuola dell’Infanzia”, conclude, “che mi è stata assegnata dal Ministero della Pubblica Istruzione”.