Tampone molecolare, tampone antigenico rapido, test sierologici: quale fare? Con l’avvento dell’emergenza coronavirus abbiamo iniziato a sentire in modo sempre più frequente questi e altri termini senza conoscere a fondo, però, la differenza e il fine.
Per questo abbiamo cercato di fare il punto con gli specialisti della casa di cura Di Lorenzo da sempre in prima linea nella prevenzione. Da gennaio si è iniziato a diffondere il virus Sars-Cov2 ed è arrivato in Italia e poi via via in Abruzzo e nella Marsica.
In che modo si è diffuso?
Principalmente tramite l’aerosol da uomo a uomo. Attraverso goccioline che vengono emesse anche durante la respirazione, oltre che con gli starnuti e la saliva, ma anche con le mani o le superfici contaminate. Il periodo di incubazione, o meglio il periodo tra il contatto con il virus e l’insorgenza dei sintomi, è compreso tra 2 e 12 giorni, ma in media i giorni sono 5. Il virus può essere trasmesso anche da soggetti asintomatici.
Perché si fa il tampone?
Il virus è presente nelle alte vie aeree il modo più affidabile e di conseguenza per ricercarlo si utilizzano i tamponi naso-oro-faringei che sono in grado di prelevare in profondità il campione biologico.
Quale test scegliere?
I test attualmente disponibili per la diagnosi del coronavirus possono essere suddivisi in tre grandi gruppi: tampone molecolare, tampone antigenico rapido, test sierologici. Il tampone molecolare oro-faringeo è un’indagine che rileva la presenza del virus. E’ attualmente ritenuto il più affidabile perché ha un’elevata capacità di rilevare il virus quando è realmente presente e di non rilevarlo quando non è presente. È inoltre in grado di rilevare il virus anche nei soggetti asintomatici. Quindi i risultati di questo test sono molto affidabili. C’è poi il tampone antigenico rapido, che viene effettuato tramite tampone nasale, naso-oro-faringeo, salivare, e a differenza dei test molecolari rileva la presenza del virus ricercando le proteine del virus. I test antigenici non danno informazione sulla quantità di virus presente, ma ci dicono solo se il virus è presente o meno. In caso di risultato positivo, questo andrà confermato con l’esecuzione del tampone molecolare. Sempre più diffusi i test sierologici che rilevano se ci sia stata un’esposizione al virus Sars-Cov-2, in quanto valutano la presenza di anticorpi contro il virus, ma non sono in grado di dire se l’infezione è ancora in corso.
Quando eseguire il tampone o il test rapido?
“I primi due test, ovvero quelli con tampone, andrebbero eseguiti solo in caso di sintomi sospetti”, ha spiegato la dottoressa Renata Petroni della casa di cura Di Lorenzo, “o nei soggetti asintomatici che hanno avuto un contatto stretto con un caso positivo; non è invece raccomandato prescrivere i test diagnostici ai contatti dei contatti stretti. E’ bene precisare che i tamponi (molecolari ed antigenici) non andrebbero eseguiti prima di 5 giorni dal contatto stretto con un soggetto sicuramente positivo, in quanto la loro capacità di diagnosi prima dei 5 giorni è molto ridotta. Non è utile eseguire un tampone molecolare o antigenico solo per ‘curiosità’, in quanto rappresenta semplicemente un’istantanea della replicazione del virus all’interno delle nostre vie respiratorie, e se la carica virale è bassa potrebbe non essere rilevata ed il risultato non sarebbe attendibile. I contatti dei contatti non devono eseguire il tampone se non hanno sintomi o comunque prima di sapere se il proprio contatto è positivo. Il risultato positivo o dubbio del test antigenico va confermato con il test molecolare. Il test anticorpale fa fare diagnosi solo di avvenuto contatto con il virus, ma non dice se l’infezione è in corso oppure no (e quindi se siamo in grado di infettare altre persone). Quando il test anticorpale risulta positivo o dubbio, è necessario eseguire un tampone molecolare, che ci dirà se il virus è ancora presente o no”.
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