Merendine, succhi di frutta, prodotti industriali pieni di zuccheri sono offerti ogni giorno ai bambini. Dopo la palestra, dopo la piscina. Ma anche la sera, dopo cena, mentre guardano la tv sul divano. Spesso a farlo sono i nonni, che hanno attraversato il tempo in cui di cibo ce n’era poco e quindi proiettano sui nipoti la cultura dell’”abbondanza”, senza consapevolezza che così facendo però rischiano di “danneggiarli”.
La riflessione sulla quantità e la qualità del cibo con cui nutriamo i bambini e gli adolescenti arriva all’indomani del lock down, imposto per contenere quanto più possibile il contagio del Covid-19, quando i ragazzi si sono visti all’improvviso costretti a nuove abitudini. Stare tutto il giorno in casa, ridurre l’attività sportiva che si era abituati a fare non è stato facile per nessuno, per i più giovani lo è stato ancora meno.
«In questo caso sono i genitori che devono trasmettere ai propri figli la cultura del nutrirsi con cibi sani e quella di fare attività fisica tutti i giorni»,
spiega la dottoressa Serena Gargano,
medico specialista in Medicina Interna,
specializzata in Nutrizione e medicina estetica,
«spesso si fa l’errore di pensare che una dieta sia per un periodo limitato nel tempo, cui far seguire una dieta di mantenimento che è quella che ci permette qualche “sgarro” in più ma non è così. La dieta non ha un inizio e una fine, dovrebbe essere uno stile di vita».
Quali sono i periodi in cui i bambini prendono più facilmente peso
In Italia l’obesità infantile è un fenomeno rilevante ma spesso intrappolati in un “retaggio culturale” da cui a fatica si riesce ad uscire non sempre i genitori sono pronti ad affrontare il problema sovrappeso del proprio figlio.
«I periodi in cui bisogna prestare massima attenzione nei bambini perché sono quelli in cui prendono peso, sono il primo anno di vita»,
spiega la dottoressa Gargano,
«nei 6/7 anni, nei primi anni della scuola primaria e nei primi della Scuola Media, intorno agli 11/12 anni. Questi sono i periodi in cui si ingrassa più facilmente e quando si prende peso in questi anni è poi difficile toglierlo».
Sfatiamo il mito: «Poi con lo sviluppo dimagrirà»
«Questo tipo di affermazione è assolutamente falso», aggiunge la dottoressa Gargano, «pensare in questi termini fa parte della cultura di generazioni precedenti alle nostre in cui il cibo spesso non c’era. Quando i genitori sono lontano da casa e i bambini rimangono con i nonni sono proprio loro che invogliano i bambini a mangiare in abbondanza. Inducendoli in atteggiamenti sbagliati. Spesso il bambino che rimane tanto tempo sul divano o in generale fermo in casa mangia solo per noia oppure per appagare delle mancanze. Non sono da sottovalutare nemmeno gli aspetti psicologici dell’approccio al cibo».
Nutrizione e attività fisica, qualche consiglio per spronare i bambini a uno stile di vita sano
Portiamo i bambini all’aria aperta, ricaviamoci del tempo per farli passeggiare per far fare loro un giro in bici o uno sport qualsiasi, a seconda degli interessi. Sproniamoli, all’inizio ci si potrebbe abbattere in dei secchi “no” ma poi potrebbero arrivare sorprese!
«Molti bambini vanno solo spronati», va avanti la dottoressa Gargano, «un bimbo spesso dice no ad attività che richiedono costanza, fatica, dedizione ma poi se raggiunge un traguardo, un risultato, è poi egli stesso che sentendosi soddisfatto sceglie di continuare in quella attività. Fare sport ci fa produrre endorfine e producendole sempre di più poi il nostro fisico inizia a richiederle. Un aiuto importante può essere senz’altro disabituare i bambini ai sapori dolci. Abituiamoli a bere latte senza aggiunta di zucchero o di sostanze tipo Nesquik. Se lo vogliono con il gusto del cacao acquistiamo del cacao amaro. Se riempiamo le dispense di merendine, snack e altri prodotti industriali pieni di zucchero è normale che trovandoli lì pronti ad essere consumati i bambini li mangeranno. E più ne mangeranno e più ne vorranno. Qualcosa ora inizia a cambiare ma spesso a mancare è proprio la cultura del cibo. Iniziamo ad esempio ad acquistare pane integrale o con i cereali. Questi sono cibi con meno zuccheri e più fibre che fanno bene al nostro organismo».
Accumulo di grasso nella parte addominale e crisi ipoglicemiche
Quando mangiamo troppi zuccheri semplici stimoliamo il pancreas a produrre più insulina, nel tentativo di compensare l’eccesso di zuccheri. In realtà si crea una “resistenza” dell’organismo all’insulina che comporta l’accumulo di zuccheri sottoforma di grassi, prevalentemente addominale. Questo squilibrio metabolico porta a crisi ipoglicemiche post-prandiali che aumentano l’appetito e la sensazione di non poter fare a meno degli zuccheri, creando un circolo vizioso.
Affidarsi sempre a un professionista della nutrizione
Sicuramente intervenire non appena si ravvisi una difficoltà e non sottovalutare i problemi legati all’alimentazione è importante per una crescita regolare in ogni bambino.
Quando si richiede la consulenza di uno specialista davanti al sospetto di una patologia il professionista richiede sempre delle analisi del sangue.
«Davanti a una patologia più o meno grave è necessario intervenire con una terapia farmacologica», sottolinea la dottoressa Serena Gargano, «in alcuni casi basta l’uso di integratori in grado di curare come i farmaci».
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