Ovindoli. “Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa della SS?”. Con queste parole Simone Angelosante, sindaco di Ovindoli e consigliere regionale della Lega, paragona la conversione di Silvia Romano, la volontaria sequestrata e detenuta in Africa per un anno e mezzo, e solo ieri finalmente rientrata in Italia, a quella di un prigioniero ebreo in un campo di concentramento nazista.
Un parallelismo francamente eccessivo, anche se dai contenuti inequivocabili, che subito ha fatto il giro del web facendo indignare numerosi utenti. Fra questi anche Enrico Mentana, direttore del Tg di La7 e editore del giornale Open, che lo ha ripreso pubblicamente tramite il proprio profilo Instagram. “Non è un fesso qualunque, l’autore di questo orrore è stato eletto due volte a sindaco di Ovindoli e consigliere regionale in Abruzzo. Per la Lega”, ha scritto Mentana che, nella serata di ieri, tramite Facebook, aveva anche espresso una propria opinione circa la liberazione della Romano:
“A tutti quelli che in queste ore fanno orrendi e insensati paragoni con chi tornò da Auschwitz (come quel consigliere regionale leghista che ha scritto “avete sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?”) voglio solo sommessamente ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato. Provate a riformulare il paragone ora…”
Non è la prima volta che Angelosante finisce nella bufera per i suoi post, come nel caso in cui suggeriva di impiccare i banchieri e di fucilare Conte, o come quando bacchettò pubblicamente Matterella dopo la sua visita ad Avezzano e disse a Roberto Vecchioni di vergognarsi solo perché osò cantare “Bella Ciao” a Ovindoli, il paese di cui è sindaco, paventando uno disdegno da parte del pubblico che in realtà non c’era mai stato. Delle migliaia di persone, infatti, solo una manciata criticò il cantautore.