L’Aquila. Nel pomeriggio di ieri i carabinieri forestali della stazione Parco di Pescasseroli sono intervenuti per contrastare la deprecabile pratica di ottenere a tutti i costi immagini e video a distanza ravvicinata degli orsi che vivono nell’area protetta. I militari, su segnalazione di personale del servizio scientifico del parco, intento in attività di monitoraggio faunistico, hanno intercettato l’auto dei fotografi mentre scendevano dalla strada della Cicerana, dopo una seduta di caccia fotografica sulle montagne sopra Pescasseroli.
Tre giovani, due uomini e una donna, con al seguito attrezzatura tecnica e materiale mimetico per appostamento, hanno ammesso di essersi recati in una zona ricca di piante fruttifere (ramnus alpinus) frequentata dagli orsi in questo periodo, allo scopo di fare attività di fotografia naturalistica e sono stati condotti in caserma per l’identificazione. Saranno denunciati all’Autorità Giudiziaria per violazione della Legge Quadro sui Parchi Nazionali e le Aree Protette (L.n.394/91) che prevede l’autorizzazione dell’Ente Parco per lo svolgimento di tali attività, potenzialmente dannose per la conservazione di specie particolarmente protette ed a rischio d’estinzione come l’orso bruno marsicano.
“Mi appello alla sensibilità di tutti perché vengano assolutamente evitati tali comportamenti nei confronti della fauna in generale ed in particolare dell’orso”, dichiara Augusto Barile, vicepresidente del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in riferimento al vero e proprio assalto di fotografi, sia dilettanti che professionisti, che negli ultimi tempi si è scatenato nei confronti degli esemplari che formano la popolazione di orso marsicano sopravvissuta nel Parco, “che troppo spesso viene disturbato in momenti cruciali del suo ciclo biologico, come l’accoppiamento, la cura dei cuccioli e l’alimentazione pre-letargo, con gravi conseguenze per la conservazione della specie”.