Il calo delle temperature non risparmia i campi, brutto colpo per l’agricoltura del Fucino.
“Quest’anno sembrava che la primavera fosse arrivata in anticipo. L’inverno mite e siccittoso ha spinto gli agricoltori ad anticipare le semine, già dal mese di marzo, delle patate, i primi trapianti di radicchio, finocchi e insalate”. Esordisce così Giammarco De Vincentis, del Consiglio Direttivo di Confagricoltura dell’Aquila.
”Gli agricoltori sono consapevoli che a fine marzo o aprile ci sono ritorni di freddo che danneggiano i frutteti in fiore ed i vigneti ma mai hanno assistito”, spiega De Vincentis, “nel mese di maggio, a piogge così abbondanti e, soprattutto, al calo delle temperature che da oltre venti giorni ha portato la colonnina del mercurio a danzare intorno a zero gradi”.
I prodotti nei campi hanno avuto un arresto della crescita, la tanta acqua di giorno e le gelate notturne stanno stressando le culture.
Si aspetta pazientemente l’arrivo del caldo, intanto da almeno 15 giorni, non è stato possibile fare le semine programmate e questo farà slittare il raccolto dei prodotti da fine luglio a dopo il 15 di agosto, molte varietà di insalate rischiano di essere danneggiate dal caldo che farà sviluppare malattie come la virosi delle verdure e la temibile peronospora della patata.
“Abbiamo paura che dopo un’ultima gelata, col primo caldo”, conclude, “si incominceranno a fare i primi conti dei danni subiti e sarà dura perché difficilmente i frutti della nostra terra, possono resistere a questi sbalzi di temperatura e all’umidità che sta danneggiando le piante alla radice”.
Fino a qualche anno fa molti ortaggi venivano assicurati e una parte delle spese veniva rimborsata dall’ AGEA attraverso il piano nazionale per le calamità naturali, ultimamente, però, il meccanismo dei rimborso si è inceppato e gli aiuti per le calamità del 2015 e 2016 sono stati pagati, e non a tutti, solo nel 2018, ci sono aziende che aspettano ancora ed hanno fatto causa all’organismo pagatore.
“Non essendoci più contributi diretti solo le polizze assicurative possono salvare le aziende dal tracollo finanziario per effetto delle calamità naturali”, spiega Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura dell’Aquila, “gli agricoltori non possono sopportare, senza l’aiuto pubblico, tariffe assicurative che in tre anni sono più che raddoppiate per cui una polizza per il radicchio o l’insalata arriva a costare anche mille e 500 euro per ettaro”.
“Molti ortaggi non sono assicurati dagli eventi atmosferici ed il rischio di ingenti perdite economiche per gli agricoltori è concreto”, continua Fabrizi, “lunedì prossimo a Pescara si terra un Workshop organizzato dall’ISMEA per conto del MIPAAF proprio su questi temi”.
“Confagricoltura dell’Aquila porterà le sue proposte per rendere più semplice un meccanismo che non funziona più e che”, conclude il direttore, “paradossalmente, rischia di rimandare indietro i finanziamenti comunitari perché gli agricoltori preferiscono rischiare che assicurarsi”.