Avezzano. Dopo i 24 rinvii a giudizio per l’inchiesta sugli appalti riguardanti l’illuminazione pubblica in sette comuni marsicani intervengono le difese. Per l’avvocato Antonio Milo, “il provvedimento è assolutamente ingiusto. Avevo dato prova documentale della carenza assoluta di credibilità dell’accusatore Capogna”, aggiunge il legale, difensore degli imputati Piccone, Palumbo, Del Corvo e Piperni (che esce dall’inchiesta per prescrizione). “Dunque ingiustizia è fatta”, conclude Milo, “ma al dibattimento dimostrerò l’innocenza dei miei assistiti”.
Tra i rinviati a giudizio ci sono ex sindaci, amministratori, imprenditori tecnici e professionisti. Maurizio Bianchin, ex amministratore del comune di Avezzano, ha ufficialmente annunciato che rinuncerà alla imminente prescrizione. “All’esito del decreto che dispone il giudizio emesso anche nei miei confronti per l’udienza del 10 ottobre”, ha spiegato, “desidero ribadire con fermezza la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono ascritti. Non ho mai chiesto a Capogna o ad altri di assumere nella sua azienda Innocenzo Ranieri, all’epoca dei fatti consigliere comunale, né un’altra persona a me totalmente sconosciuta. L’amarezza per questa situazione”, continua Bianchini, “riguarda il lasso di tempo che mi separa dalla affermazione della Giustizia che concorrerà soltanto a far maturare la prescrizione. Ho pertanto anticipato al mio di difensore, Roberto Verdecchia, la mia ferma decisione di rinunciare alla prescrizione per approdare a una sentenza di assoluzione nel merito”.
Presa di posizione anche dell’ex assessore al Comune di Celano Vittoriano Frigioni che è stato prosciolto dal gup da tutte le accuse, ha chiesto un giudizio nel merito. “Il reato era prescritto ma non ci interessava”, ha dichiarato Frigioni, “e per questo motivo io e il mio legale, Stefano Guanciale, abbiamo presentato una memoria in cui chiedevamo che il giudice si pronunciasse nel merito. E questo ci ha dato ragione”. A Frigioni contestavano il reato di falso e di aver firmato e approvato una delibera senza progetti allegati. “Ricordo bene”, spiega Frigioni, “che nella giunta discutemmo proprio sulla fattibilità di quel progetto e sull’opportunità delle luci ea led in base ai quartieri riportati nei progetti”. L’accusa si basava su un sms fotografato in cui c’era scritto un messaggio inviato dal nome in rubrica “Del Corvo G.” che scriveva a Capogna che per la delibera era tutto ok. “Ma non ci sono tabulati né intercettazioni”, ha spiegato Frigioni, “e quindi tutto si basava su deduzioni, ma non su indizi e prove”.
Tra i difensori ci sono anche Pasquale Milo, Crescenzo Presutti, Mario Flammini, Stefano Guanciale, Alessandro Fanelli, Massimiliano Zitti, Gianclemente Berardini, Roberto Marino, Domenicantonio Angeloni, Paolo Colaiuda, Franco Colucci, Leonardo Casciere e Pietrantonio Palladini.