Avezzano. L’Emissario del Fucino sarà presto alla attenzione di nuove indagini che contribuiranno allo studio delle strutture ipogee dell’opera idraulica e al miglioramento della gestione delle acque irrigue. Queste due linee guida sono alla base dell’accordo, intrapreso dall’ex presidente Francesco Sciarretta e dal nuovo presidente Gino Di Berardino, fortemente voluto e raggiunto grazie al lavoro pluriennale di Ezio Burri, Angelo Ferrari e del vice presidente Dario Bonaldi, tra il Consorzio di Bonifica Ovest / Bacino Liri Garigliano e il CNR, in particolare l’Istituto di Metodologie Chimiche (IMC) e L’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria (IGAG), entrambi con una pluriennale esperienza nel settore delle nuove metodologie applicate allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
Nel corso dell’evento, che si è tenuto questa mattina nella sede del Consorzio di Bonifica ad Avezzano di piazza Torlonia, alle , la Convenzione è stata firmata dal presidente del Consorzio di Bonifica Gino di Berardino, dal direttore dell’IMC-CNR Giovanna Mancini e dal direttore dell’IGAG-CNR Paolo Messina.
L’antica struttura idraulica, realizzata 150 anni fa su una precedente, articolata opera di epoca romana e oggi affidata in gestione dalla Regione Abruzzo al Consorzio di Bonifica, consente l’irrigazione dei terreni agricoli della pianura del Fucino e sarà monitorata sotto diversi aspetti che verranno via via concordati tra i soggetti interessati e con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo.
Tra le numerose attività in programma vi sono i rilievi topografici e fotografici relativi all’emissario, la misurazione della concentrazione del gas radon, in aria e in acqua, negli ambienti sotterranei di drenaggio delle acque, la misurazione, nel tempo, della temperatura e dell’umidità degli ambienti sotterranei del collettore principale del Fucino e delle sue pertinenze T:cative, le analisi di sostanze biologicamente attive come polifenoli, vitamine, fitosteroli ed il loro recupero dagli scarti agricoli, l’implementazione di un Sistema Informativo Geografico (GIS) dedicato, la raccolta di informazioni di tipo geologico e idrologico-idrogeologico, quali ad esempio la rete di canali, sorgenti, pozzi, misure piezometriche, misure chimico fisiche, l’elaborazione di informazioni sulla pericolosità sismica e sulla presenza e caratterizzazione delle faglie attive presenti nell’area.