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OvindoliOltre tuona contro il restyling del monumento: qualche colpo di martello e la storia va in frantumi

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
16 Novembre 2018
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Ovindoli. Si scagliano contro l’amministrazione comunale e sul ‘ristrutturato’ monumento degli alpini, Marco Iacutone, Pino Angelosante e Angelo Ciminelli, rappresentanti del Gruppo Consiliare OvindoliOltre.

“Avevano preannunciato che le cose sarebbero cambiate,  e i cittadini ovindolesi avevano riposto la loro fiducia in tale promessa, ma mai si sarebbero aspettati che gli amministratori di Ovindoli intendevano cambiare “solo” le lapidi del monumento ai caduti, perché questo è l’unica cosa che si nota”.

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Ironizzano così i tre esponenti di OvindoliOltre che proseguono “non ci resta che piangere e protestare sulla ennesima talebanata del sindaco e della sua amministrazione .Con determina n. 198 del 15/10/18, che recita: Impegno spesa per manutenzione del monumento dell’alpino, l’ufficio tecnico autorizza la sostituzione di 5 targhe di pietra con lastre di marmo di carrara per un importo di 3.200 euro”.

“Qualcuno potrebbe pensare che non ci sia nulla di male – proseguono – anzi si migliora il patrimonio pubblico arricchendolo con marmi di indubbio pregio, se non si sapesse che le targhe sostituite sono le lapidi che riportavano incisi i nomi dei caduti di Ovindoli durante il primo conflitto mondiale. Targhe in pietra levigata e scalpellata che formavano la base di quello che è stato giudicato tra i più bei monumenti dedicati all’alpino d’Italia. Targhe che erano state poste alla base della statua realizzata dallo scultore Diano nel 1929, anno della inaugurazione del monumento fatta dall’Onorevole”.

“Non sappiamo cosa avesse nella testa il sindaco Simone Angelosante – continuano gli esponenti di OvindoliOltre –  quando gli è venuto in mente di autorizzare tale scempio, ma certamente siamo sicuri che, l’indicazione di compiere una così grande barbarie sarà derivata da una certa ‘ignoranza in materia di conservazione dei beni storici e culturali’. Diversamente, negli anni 50, gli allora amministratori dimostrarono una notevole sensibilità e un notevole senso di appartenenza e rispetto integrando e non distruggendo (anche se non c’erano leggi di tutela) le lapidi con quelle che ricordavano i caduti nella seconda guerra mondiale, facendo diventare il monumento a ricordo dei caduti di tutte le guerre”.

“Come si può giustificare una spesa di 3200 euro fatta per distruggere 90 anni di storia, 90 anni di ricordi, 90 anni di patine che, forse, avevano solo bisogno di una ripulita? – domandano Iacutone, Angelosante e Ciminelli –  come possiamo non far conoscere agli Ovindolesi che il sindaco per la sua brama di fare qualche inaugurazione vista la totale impercettibilità del suo operato, è andato contro ogni logica di conservazione dei nostri beni storici e culturali, in barba alle leggi che tutelano tutte le strutture pubbliche che hanno più di 50 anni, come si può non denunciare che sarebbe bastato un semplice intervento di restauro, per togliere lo sporco naturale che si deposita generalmente sui monumenti? Forse il sindaco, in odore di campagna elettorale, aveva bisogno di visibilità ed ha approfittato della vetrina che la storia gli metteva a disposizione, il centenario della fine della Grande Guerra, non rendendosi conto che ha privato i nostri figli e le generazioni future di lapidi volute e realizzate dai nostri nonni che in quel modo hanno voluto celebrare e ricordare i loro padri 90 anni fa”.

“Ovviamente – concludono gli esponenti del gruppo consiliare – saranno informate le autorità competenti alle quali chiederemo se ciò che è stato fatto rientra nei canoni previsti dalle leggi vigenti. Per quanto ci riguarda riteniamo tale gesto, visto lo sfregio e il modo di agire, paragonabile (con i dovuti distinuguo) a quello compiuto dai talebani nella valle di Bamiyan in Afghanistan oppure dai militanti dell’ISIS a Palmira in Siria. Riteniamo che quei soldi potevano essere spesi per altre priorità, non certo per mandare in frantumi, a martellate, pezzi della nostra storia”.

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