San Vincenzo Valle Roveto. Continua il percorso che il Comune di San Vincenzo Valle Roveto sta facendo per riappropriarsi in maniera più consapevole dell’anima autentica dei borghi, per recuperare la memoria storica della civiltà contadina, mediante un confronto diretto tra gli anziani e i giovani del borgo, far riaffiorare ricordi, sensazioni, fatiche e gioie di un mondo che rischia di scomparire insieme agli anziani.
In occasione della giornata nazionale di Borghi Autentici d’Italia dal titolo “Cibo e vino: orgoglio di comunità”, nel borgo autentico di San Vincenzo Vecchio, l’amministrazione comunale e le associazioni locali intendono avvicinare i bambini ed i ragazzi alla vita contadina e più in particolare alla produzione dell’uva e del vino, attività in passato importante in Valle Roveto e centrale nella vita umile ma profonda dei nostri nonni.
La “Vendemmia … in piazza!”, questo uno dei tanti appuntamenti organizzati per riprodurre i momenti di vita contadina legati al vino, dalla raccolta dell’uva in vigna fino alla produzione del vino. Tutte le fasi saranno illustrate da esperti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Arrigo Serpieri” di Avezzano, in maniera semplice e coinvolgente: si raccoglierà l’uva direttamente nella vigna e si pigerà l’uva nei vasconi con i piedi.
Sarà inoltre possibile degustare vini abruzzesi presentati da esperti della FISAR, la Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori.
“Impastando”: le nonne di San Vincenzo prepareranno la pasta in piazza, coinvolgendo chiunque vorrà cimentarsi in quest’arte antica ma ancora viva. La giornata celebrerà più in generale i prodotti tipici della Valle Roveto attraverso dimostrazioni e vendita da parte delle aziende agricole locali e soprattutto grazie al pranzo organizzato da tutte le Proloco e le associazioni del Comune.
Il “Pranzo …in Comune”, infine, sarà un incontro tra sapori e tradizioni delle varie frazioni del Comune, come rievocazione di antichi pranzi in amicizia ed allegria e come momento culminante di rapporti autentici e genuini.
L’unione delle frazioni del Comune, infatti, si celebrava nelle giornate di festa: pur nella povertà e nelle fatiche quotidiane, contadini ed operai si scambiavano gesti di amicizia, generosità ed accoglienza.