Ovindoli. Il Parco del Sirente-Velino è di nuovo sotto attacco. Scongiurata in extremis una lottizzazione ora è la volta del progetto per realizzare tre nuovi impianti da sci con relative nuove piste in un’area di immenso valore naturalistico a 2.000 metri di quota nel “comprensorio Ovindoli-Magnola”.
L’intervento, che sarebbe finanziato con 12,8 milioni di euro di fondi pubblici dal famigerato Masterplan, interesserebbe un’area totalmente vergine di praterie d’alta quota, costituita, per stessa ammissione dei progettisti, da ben 6 habitat tutelati a livello comunitario, alcuni dei quali addirittura prioritari.
“Per realizzare 3 nuovi impianti e chilometri di nuove piste nelle località Campi della Magnola e valle delle Lenzuola sono previsti sbancamenti e livellamenti su oltre 15 ettari, con totale distruzione degli habitat presenti. A questi vanno aggiunti gli impatti indiretti su un’area molto più vasta”.
Una denuncia che arriva dalla Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus: “nell’area sono state censite centinaia di specie di piante ed animali rarissime, proprie di questi ambienti di per sé molto localizzati. L’elenco delle specie rare e protette è lunghissimo. Basterà ricordare tra gli animali il gracchio corallino, la tottavilla, l’aquila reale, il lupo. L’elenco delle piante comprende endemismi dell’Appennino e specie rarissime e/o localizzate, come diverse orchidee, il papavero alpino, la primula orecchio d’orso, la viola di Eugenia e tante altre”.
“Dopo decenni in Abruzzo si ritenta l’assalto a spazi naturali vergini“, dichiara Augusto De Sanctis, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, “in un’area teoricamente protetta come un parco regionale, in un Sito di Interesse Comunitario e in una Zona di Protezione Speciale. Il tutto con milioni di euro di fondi pubblici per realizzare strutture che poi verranno utilizzate da privati, quando non ci sono i fondi per ristrutturare ospedali, scuole, depurare, bonificare aree inquinate oppure per operare sul dissesto idrogeologico. Per non parlare dei pochissimi fondi che vanno per sostenere un turismo a basso impatto ambientale, dal trekking alle bike e alle tante altre forme di uso sostenibile del territorio, che distribuisce veramente ricchezza senza fare danni e preservando il patrimonio”.
“Sarebbe un vero e proprio scempio”, continua De Sanctis, “vogliamo far capire la consapevolezza degli stessi proponenti circa la ricchezza naturalistica dell’area. Eppure vogliono sbancare tutto lo stesso, evidentemente la consapevolezza non basta. Un patrimonio unico su cui vogliono passare sopra con le ruspe: una follia”.
“Ovviamente ci batteremo fino all’ultimo per bloccare questo progetto che avrebbe anche un impatto paesaggistico assurdo”, conclude il presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese, “a parte gli scavi, basta vedere lo stato di inerbimento delle piste attuali per capire come si opera e quali sono le conseguenze sulle nostre montagne di interventi sconsiderati come questi”.