Capistrello. “Dopo le polemiche dei mesi scorsi nei quali il sindaco Ciciotti ha accusato la precedente amministrazione comunale di essere responsabile della perdita di un finanziamento ministeriale pari a € 635.000, abbiamo la piacevole conferma che quei soldi sono ancora nelle casse comunali: l’Amministrazione infatti sta continuando a seguire il solco tracciato proprio da chi ha preceduto Ciciotti per scongiurare la minacciata revoca.”
Così il segretario del circolo PD di Capistrello, Alessandro Croce. “L’Amministrazione di cui ho fatto parte si è premurata di difendere quei fondi con le unghie e con i denti, ovviamente nelle opportune sedi. Infatti fummo noi ad impugnare il provvedimento che intimava la restituzione dei fondi concessi nel 2006, molto prima che arrivassimo noi, perché ritenuto illegittimo. La Giunta Ciciotti ha appena deliberato (delibera di Giunta comunale n. 94 del 18.9.2018) di impugnare la sentenza di primo grado nel frattempo emessa dal Tribunale di Avezzano incaricando lo stesso legale che fu da noi incaricato.
Tale delibera chiarisce finalmente che i fondi non sono stati definitivamente revocati come invece da lui sempre ostinatamente e incautamente affermato sin da quando era all’opposizione e anziché schierarsi al fianco della maggioranza a difesa del finanziamento preferì gridare allo scandalo e puntare il dito. Da ultimo, poi, il 26.8.2018 (articolo pubblicato su Terremarsicane) quando Ciciotti, riferendosi a chi l’aveva preceduto, aveva il coraggio di dichiarare “l’unica cosa che sono stati in grado di fare è farsi revocare … i 635.000,00 euro di fondi ministeriali”.
Ovviamente ora bisogna fare bene il ricorso in appello, argomentare nel giusto modo e difendere i finanziamenti: questa responsabilità ora spetta a Ciciotti. Noi, dal canto nostro, siamo pronti a sostenere l’azione dell’Amministrazione comunale a difesa di soldi che sono anzitutto dei cittadini e che devono essere mantenuti nella disponibilità dell’Ente per opere al servizio della comunità. Anche questo segna la netta differenza tra il nostro modo di fare politica, improntato al perseguimento dell’interesse generale, e quello di Ciciotti votato alla polemica fine a sé stessa.”