Avezzano. L’esponente di LeU Avezzano, Mario Casale, ex assessore alla viabilità di Mario Spallone, affida a una nota il pensiero circa i recenti lavori di riqualificazione delle principali piazze della città.
“Mi appare evidente che i lavori di adeguamento di piazza Torlonia e di piazza Risorgimento con la nuova fontana e la pista ciclabile necessitino di scelte conseguenti. Allora si sposta il mercato del sabato, si pedonalizza a singhiozzo via Corradini e si mantiene, con sviluppi imprevedibili, una pista ciclabile che è un vero e proprio inno alle barriere architettoniche. Uno strazio per pedoni, disabili, automobilisti e pure per i ciclisti che pare si siano scontrati. Tralascio l’ira dei commercianti che, stavolta a ragione, protestano per l’abolizione di oltre 300 parcheggi. Ma per chi ha inneggiato sempre alla viabilità selvaggia del centro per l’aumento degli acquisti è il meritato contrappasso.
Il sindaco Mario Spallone, citato incautamente, tolse le fioriere per il semplice fatto che era d’accordo con le argomentazioni dei commercianti del centro con la malcelata speranza di ottenerne un consenso, anche elettorale, che poi non vi fu. Mortificando un movimento che, seppure con errori, intendeva aumentare la qualità della vita delle persone, riducendo la viabilità selvaggia e restituendo parte della città, la più storica e partecipata, agli avezzanesi …a piedi. Ciò probabilmente avrebbe convinto tutti i soggetti in campo a lavorare insieme per il famoso rilancio del centro e delle sue attività, in tempi in cui i centri commerciali non erano così invasivi.
Ma il prof. Spallone non si era spinto a tanto: togliere parcheggi senza creare alternative, o creare barriere architettoniche decisamente pericolose e imponenti, né emarginare il mercato del sabato in un luogo più periferico…. Sono sempre necessarie alternative di vivibilità, modernità e di adeguate antenne per relazionarsi con la città (oggi si dice “connessione”). Perché esiste un problema in città: l’ascolto. L’attuale sindaco non ascolta i cittadini che protestano per la pista ciclabile realizzata in quel modo?
E non li ascolta per lo spostamento del mercato o per le critiche (sì, critiche!) alla realizzazione della nuova fontana (un tentativo non riuscito di tenere insieme il vecchio e il nuovo, con l’acqua che deborda senza protezione e con il clima locale che farà il resto…)? Se queste sono le premesse non oso immaginare cosa ne sarà di piazza Torlonia rinnovata, pure se il progetto iniziale sembrava condivisibile. In sostanza manca un quadro d’insieme, un modello a cui tendere (e se esiste è patrimonio del palazzo, non dei cittadini) per rendere la città più bella, ma soprattutto più vivibile per le persone.
E infatti si tratta delle persone, sempre e soltanto persone che non vengono considerate, perché pensano, pensano diversamente, e a volte sono anche di colore e sbarcano. In fondo chiudere i porti è come non ascoltare. E’ comodo, cinico e barbaro. E crudele. E, al di là di sondaggi umorali, non appartiene al mio paese, nato dalla resistenza e dall’antifascismo”.