Avezzano. Sarà la Corte di Cassazione a decidere sul ricorso depositato dai difensori di Pietro Catalano, il 50enne buttafuori marsicano condannato in secondo grado a sedici anni di reclusione per l’omicidio di Marco Callegari, avvenuto il 10 settembre del 2015 in località Piccola Svizzera di Tagliacozzo. L’udienza si terrà il 15 novembre davanti ai giudici della prima sezione della Corte suprema.
La condanna a 16 anni era arrivata nel secondo grado a conferma di quella di primo grado. I giudici della Corte d’Appello dell’Aquila avevano confermato la sentenza emessa dal tribunale di Avezzano, rigettando la tesi difensiva dei legali fondata sulla legittima difesa. Era stato però escluso l’aggravante della premeditazione che avrebbe comportato una pena certamente più alta.
La difesa si basava sulla legittima difesa. Catalano, attraverso il suo legale Romolo Longo, aveva sempre dichiarato di aver agito solo per difendersi. Una ipotesi mai avallata dai giudici. Con il rito abbreviato Catalano aveva ottenuto in primo grado lo sconto di un terzo della pena. La parte civile è assistita dall’avvocato Antonio Milo.
Il delitto è avvenuto dopo una resa dei conti tra Catalano e Callegari. Ci sarebbe stata una disputa culminata nell’incontro lungo la strada in località Piccola Svizzera, a Tagliacozzo. Qui ci sarebbe stata la colluttazione e l’esplosione, da parte di Catalano, dei colpi di pistola, uno dei quali ha colpito e ucciso Callegari. L’ultima chances per l’ex buttafuori marsicano è ora quella della Cassazione. (p.g.)
I complici della rissa sono alle prese con il rinvio a giudizio con rito ordinario. Dell’accusa di rissa devono rispondere Alexandru Parvulescu (37), il romeno amico di Catalano finito in prognosi riservata a causa delle martellate alla testa subite da Callegari, e gli altri coimputati Alessandro Bogdan Musetescu (28), Ioan Bogdan Stoica (28), Ionut Ichim Rosu (31), Ion Hergheleigiu (34) tutti romeni, e Stefano Lucidi (42), quest’ultimo amico della vittima.