Avezzano. Una trentina di tecnici e amministratori, tra cui nomi eccellenti di Celano come quello dell’onorevole Filippo Piccone, coinvolti nell’inchiesta della Procura di Avezzano con ipotesi di reato di corruzione, turbativa, falsità materiale e ideologica in concorso, nell’ambito di un’indagine su presunte tangenti in materia di illuminazione pubblica. Le indagini, che hanno interessato numerosi comuni tra cui Avezzano, Celano, Trasacco, Villavallelnga, Collelongo, Cerchio, Ortucchio, sono state chiuse.
Durante le indagini sono state eseguite numerose perquisizioni in diversi comuni della Marsica al fine di capire chi avrebbe messo in piedi quello che per l’accusa sarebbe un vero e proprio sistema e che sembra aver avvantaggiato una ditta. Sarebbe stato proprio il titolare dell’attività a vuotare il sacco e denunciare molti amministratori che gli avrebbero chiesto tangenti a volte in contanti, a volte regali o altre utilità per agevolarlo nelle gare di appalto che dunque erano falsate.
Si tratta di gare che risalgono anche a sei, sette anni fa. Lo scorso anno sono state eseguite anche delle perquisizioni sui computer dei Comuni di Trasacco, Ortucchio, Celano, Villavallelonga, Castellafiume, Collelongo ed Avezzano. Al centro degli accertamenti ci sono state gare per l’illuminazione pubblica. Tra gli indagati ci sarebbero anche nomi eccellenti.
Tra gli appalti che hanno destato l’attenzione degli investigatori c’è anche quello di Avezzano dell’importo di quasi 600mila euro inerente la concessione del servizio di gestione e manutenzione degli impianti di illuminazione ed efficientamento energetico per 25 anni. Secondo quanto si è appreso, sarebbero molte e circostanziate le dichiarazioni rese dall’imprenditore accusatore ai pm Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli che indagano da diversi mesi. L’imprenditore avrebbe fornito anche diversi riscontri circa le sue pesanti e delicate dichiarazioni e avrebbe indicato agli investigatori dove poter trovar ulteriori conferme.
Sulla vicenda è intervenuto con una nota il sindaco di Cerchio Gianfranco Tedeschi secondo cui “non è possibile continuare a conoscere le Conclusioni di indagini della Procura di Avezzano prima ancora di ricevere la formale notifica”. “Mi sento obbligato ancora una volta”, ha affermato, “come già fatto il 23 marzo 2016 a non accettare le modalità con cui vengo a conoscenza della Conclusione dell’indagini che mi vedono coinvolto insieme ad una “flotta di persone”, cioè da chiacchiere e fonti giornalistiche. “Nell’affermare con assoluta certezza che l’indagine in questione per quanto mi riguarda è forviante e priva di ogni oggettivo elemento probatorio, perché ho svolto una attività privata con una mia società lecita e trasparente. Non ho mai avuto contatti con nessun Comune di quelli che risultano coinvolti e non ho mai avuto, come pubblico amministratore, nessun contatto e ruolo con l’impresa che è coinvolta nell’indagine. Voglio dire solo basta a questo massacro. Essere coinvolti costantemente e sempre in indagini non lo posso più accettare. La Legge dà la possibilità certamente di dimostrare per l’ennesima volta la mia estraneità a fatti delittuosi artificiosamente ipotizzati, ma non è questo l’argomento.
L’argomento vero è che avevo nei mesi scorsi, mio malgrado, ipotizzato e formalmente rappresentato quanto accade oggi. Mi sento concretamente e oggettivamente attenzionato e fuori da ogni fatto realmente accaduto. Ho fiducia nella legge, e per questo non mi risparmierò non solo a dimostrare di nuovo la totale estraneità ai fatti, ma anche a capire fino in fondo la ragione di una infinità di controlli che mi accompagnano da anni e credo di poter affermare, senza possibilità di smentita, per fatti e circostanze che mi hanno sempre dato ragione. Io sono innocente”, continua Tedeschi, “e spero che nell’animo lo siano pure gli autori di queste infondate e false accuse”. Tedeschi parla di “giustizia a orologeria, che arriva sempre a ridosso di qualche appuntamento elettorale e preannuncia una conferenza stampa nei prossimi giorni”.