Avezzano. “Quando i tatticismi pre elettorali sono più importanti degli interessi della collettività si verificano situazioni come quella avvenuta, oggi, nella seduta aggiornata dell’assise comunale di Avezzano” – così commentano il presidente Domenico Di Berardino e i consiglieri, Ignazio Iucci, Mario Babbo, Giovanni Luccitti, Filomeno Babbo, a margine della riunione di Consiglio – “I consiglieri di minoranza, infatti, appellandosi a presunte anomalie burocratiche, puntualmente smentite dal segretario generale, Cesidio Falcone che ha sciolto i dubbi avanzati sulla legittimità della seduta, ha bocciato la delibera sul piano di recupero di Antrosano, prevista dal piano regolatore della città che avrebbe riportato uno dei borghi più belli del capoluogo marsicano a risorgere in termini di riqualificazione e sviluppo turistico, coinvolgendo l’intero territorio. È evidente che per i consiglieri di minoranza che da circa un anno e mezzo sono in piena campagna elettorale a danno dei cittadini, era tutto un gioco. Lo dimostra l’esultanza di alcuni di loro, quando con otto contrari e sette a favore, Emilio Cipollone che presiedeva in quel momento l’assise, visto che Domenico Di Berardino per norma è dovuto uscire dall’aula, ha dichiarato che il punto sulla rinascita di Antrosano, non sarebbe passato. Era tutto un gioco, quindi, per chi ha provato a battere le mani, esultando “abbiamo vinto”; un gesto interrotto dalle urla degli antrosanesi presenti in aula che tra un “buffoni” e un “mannaggia a chi vi ci ha messo”, ha stroncato l’entusiasmo ad orologeria dei consiglieri di minoranza. Una triste pagina della storia dell’opposizione in Consiglio comunale, di cui, in questi cinque anni, si ricordano più le numerose assenze, quando erano chiamati a decidere per le questioni importanti della città, che il fattivo contributo al servizio dei cittadini.
Come hanno ricordato sia l’assessore all’urbanistica, Antonio Di Fabio che il consigliere, Lino Cipolloni, il piano di recupero di Antrosano, non nasce oggi ma è oggi che finalmente è arrivato alla conclusione di un complesso iter tecnico, tentato più volte di condividere con la minoranza e comunque partecipato dagli antrosanesi e che, una volta adottato, avrebbe permesso di accedere ai finanziamenti europei, se solo non avesse incontrato il muro eretto dalla minoranza. È andata in scena l’ennesima dimostrazione di quanto un certo tipo di politica sia asservita a logiche personalistiche e a tatticismi che nulla hanno a che vedere con i bisogni e le priorità della gente. Era un atto di lealtà dovuto ai cittadini che non meritavano di essere trattati come meri strumenti in balia delle logiche propagandistiche pre elettorali. Avrebbero dovuto mettersi una mano sulla coscienza e, da amministratori, andare oltre il proprio limite, votando per il sì allo sviluppo del borgo di Antrosano e invece hanno scelto di farlo rimanere immobile, chiudendo ogni finestra che si affacciava sulla rinascita della frazione. Complimenti – ironizzano – ci avete prospettato esattamente la visione che avete dell’amministrare la nostra città, aggrappati con bramosia e rabbia, alle logiche fallimentari di una politica che, fortunatamente, non vuole più nessuno”. I consiglieri comunali presenti, legati ad Antrosano, per gli effetti di una legge dello Stato, sono usciti dall’aula di Consiglio durante la votazione.