Massa d’Albe. La notizia è di quelle che si aspettavano da tempo: un milione di euro stanziati grazie alla legge di stabilità 2016, diventati effettivi ieri dopo la firma sul decreto di Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, e di Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Si tratta del più grande stanziamento degli ultimi anni, che darà nuova vitalità al più importante sito archeologico d’Abruzzo e uno tra i principali d’Europa. Sul comunicato del MiBAC si può leggere che le risorse verranno destinate per la realizzazione di 75 interventi di conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione di beni culturali. Ad Alba Fucens, prima in elenco anche se erroneamente indicata come antica città italica, spetta un milione di euro che serviranno per interventi di conservazione e valorizzazione. Si tratta di un’ottima notizia se pensiamo che ciò che vediamo di Alba Fucens è solo il 10% di quello che si stima sia ancora nascosto sotto terra.
Sebbene “I cantieri della cultura” siano un vanto dei Ministri Franceschini e Delrio, i fondi destinati ad Alba Fucens sono sicuramente frutto di una pressione costante e di un lavoro ben svolto dal Sopr.te Francesco Di Gennaro, dall’archeologa ispettore di zona dr.ssa Emanuela Ceccaroni e dall’assistente Fabrizio Petroni. Questi, con i pochissimi fondi a disposizione e con lodevole intraprendenza, sono riusciti a creare un grande interesse attorno a questo sito archeologico e non solo. Uno su tutti il caso di “Archeologia a chilometri zero”, un ecosistema di iniziative che hanno riportato tantissimi turisti sui siti archeologici marsicani. La gente ha risposto positivamente a queste interessanti proposte e i risultati non sono tardati ad arrivare. Qualcuno sostiene che i visitatori e gli investimenti su un sito archeologico seguano la logica del “cane che si morde la coda”. La buona notizia è che nella Marsica la tendenza sembra essersi invertita e, se si continua di questo passo, si riuscirà a valorizzare degnamente un territorio che di storia da raccontare ne ha fin troppa.