Tagliacozzo. La storia di Villa Bella negli ultimi anni sembra. In un sopralluogo del sindaco di Tagliacozzo con tecnici e amministratori, è emerso che piscine e locali della storica struttura sono in abbandono e totalmente nel degrado. Fin qui nulla di nuovo, ma anche le strutture recentemente riqualificate con un importante investimento sono state distrutte dai vandali. “Prendiamo l’impegno per una riqualificazione immediata della struttura”, ha annunciato il sindaco, Vincenzo Giovagnorio, “a faremo del tutto per reperire i fondi necessari”. Villa Bella è un patrimonio architettonico di cui non si conosce ancora il futuro e su cui molte amministrazioni hanno puntato. E’ stato un punto di ritrovo estivo per intere generazioni, quando le piscine si riempivano di residenti e turisti, e quando nella stagione invernale la popolazione partecipava in massa a eventi, feste con balli e canti all’interno dello stabile. Fino a oggi è rimasto in balia del tempo e dei vandali a parte un importante intervento che ha permesso di riqualificare la parte che si trova sopra il parcheggio interrato. Prima che fosse abbandonata a se stessa e che le pareti della struttura centrale, le vasche delle piscine e gli altissimi trampolini si deteriorassero progressivamente diventando un luogo dove i vandali scrivessero frasi senza senso e volgari, Villa Bella era un vero paradiso. Proprio per tale motivo fu anche chiamata Villa Paradiso, prima che diventasse un monumento al degrado, all’abbandono, all’incuria, un esempio di dequalificazione urbana, uno scorcio cittadino decisamente inquietante e triste. Nel 2009 è partita la gara di appalto per i lavori di ristrutturazione con un progetto da 650mila euro ma ora una buona parte di quel lavoro è andata in fumo. “La cosa che più mi ha rammaricato”, ha dichiarato il primo cittadino, “è stato trovare il degrado sul nuovo, che per anni è stato abbandonato, con le finestre e i vetri rotti, scritte sui muri e sporcizia. Stiamo già lavorando per una riqualificazione immediata. Mi sono attivato con gli uffici e presso gli enti sovracomunali per fare un computo su quello che deve essere l’investimento. L’obiettivo è riconsegnare l’opera alla città nel giro di un anno, massimo due, in modo da far fronte alle esigenze culturali e ricreative de territorio comunale”.