Avezzano. Seicento firme per chiedere al sindaco, Gianni Di Pangrazio, di spostare l’antenna Wind di Paterno. Dopo mesi di attesa il ripetitore si trova ancora su un carrello mobile su un terreno privato in via Pietragrossa nonostante l’amministrazione comunale aveva preso l’impegno di sistemarla su un terreno individuato in zona. “Era la fine del mese di marzo quando il comitato spontaneo dei cittadini di Paterno ha sollecitato la soluzione del problema dell’installazione dell’antenna provvisoria per la telefonia mobile, ma ad ora non ci sono state adeguate risposte ed iniziative dell’amministrazione comunale”, ha commentato Antonella Cardarelli del comitato spontaneo dei cittadini di Paterno, “è utile ricordare che il 25 febbraio scorso il sindaco assieme agli assessori Verdecchia e Angelini ha preso il preciso impegno di scrivere subito alla Wind per la dislocazione, come d’altronde previsto sin da dicembre 2015 negli accordi con il gestore. Non abbiamo alcuna notizia, ma se l’amministrazione comunale dovesse pensare che il silenzio di questo periodo ha placato la volontà dei cittadini di pretendere la dislocazione dell’antenna, è completamente fuori strada. L’autorizzazione è provvisoria e impone all’Ente comunale di prendere subito in considerazione la sistemazione alternativa, che come già è stato rilevato, può avvenire in aree comunali, alcune delle quali pure individuate. Peraltro con la scelta di siti comunali si incassa il necessario, come detto in altre occasioni, a beneficio di tutti i cittadini, per pagare i monitoraggi delle emissioni senza gravare sul bilancio comunale”. A breve sarà consegnata in Comune una corposa raccolta di più di 600 firme a dimostrazione che il paese non vuole che questa antenna resti dov’è. “L’essere restati in paziente e civica attesa non significa aver digerito un siffatto ignobile gesto a danno della collettività paternese”, ha concluso la Cardarelli, “il sindaco, come d’accordo, si attivi subito per una rapida dislocazione perchè il compito dei cittadini non è quello di sollecitare che sia resa giustizia, ma di ricevere pronte risposte ai problemi sollevati”.