Avezzano. Il weekend appena trascorso ha segnato una nuova e importante svolta nel turismo marsicano, ma è già da qualche mese che si vedono i frutti di un lavoro congiunto tra enti, amministrazioni e appassionati. Adesso sarebbe fin troppo facile (e per molti versi anche scorretto) se un solo attore si arrogasse i meriti di tutto, ecco perché invece ritengo giusto ringraziare uno a uno tutti coloro che hanno reso, e continuano a rendere possibile, questo straordinario sogno.
Un merito enorme è di sicuro delle amministrazioni comunali che, chi prima e chi dopo, hanno capito l’importanza di un rilancio turistico del territorio. Paesi più piccoli come Luco dei Marsi e Capistrello hanno fatto da apripista, per poi veder arrivare anche i comuni più importanti, quelli che riuscendo a mettere d’accordo gli enti attorno ad un tavolo, sono riusciti a riversare decine di migliaia di euro su progetti che pian piano, ma in maniera concreta, stanno vedendo la luce. Qualche esempio: la recente inaugurazione della “Galleria del Gusto”, la riapertura del cunicolo del Ferraro e lo stanziamento di altri 250.000 euro da parte della Camera di Commercio per avviare nuovi e più importanti lavori.
Un plauso tutto particolare va alla Soprintendenza che, superate le diffidenze iniziali e le ovvie difficoltà del caso, è riuscita magnificamente a cogliere e organizzare il lavoro dei diversi addetti ai lavori. Tutto ciò è avvenuto organizzando innumerevoli convegni, mostre e virtuose iniziative con gli enti locali, con un’attenzione particolare alle scolaresche, considerate indispensabili per la futura valorizzazione turistica di questo sconfinato patrimonio artistico.
Le scuole, che con l’impegno costante delle insegnanti, sembra abbiano finalmente trovato il modo per far appassionare i ragazzi alle radici storiche del nostro territorio. Attraverso decine di incontri con autori locali, associazioni e cooperative, hanno portato a casa il non facile compito di trasformare i ragazzi in tante piccole guide turistiche che poi, di riflesso, hanno portato sui siti archeologici anche i genitori.
Gli addetti ai lavori, come il GAL e il Consorzio di Bonifica, che sull’onda dell’entusiasmo e non senza accollarsi qualche rischio, hanno aperto i cancelli di siti chiusi da decenni. Oppure gli archeologi e le guide turistiche, custodi di un sapere che non può essere sostituito da nessun’altra professione se non la loro, che hanno saputo affrontare nel migliore dei modi l’interesse creatosi negli ultimi anni, trasformando le visite guidate in esperienze coinvolgenti e altamente specializzate.
E poi l’associazionismo, forse l’unico valore aggiunto che può davvero far uscire questa nazione dalla crisi. Un esempio per tutti: il gruppo Facebook “Luco dei Marsi è il mio paese!” con l’autorizzazione del comune e dalla Soprintendenza, ha ottenuto in gestione l’area archeologica della Dea Angizia, ripulendola e aprendola gratuitamente al pubblico. Risultato? All’inaugurazione hanno partecipato centinaia di persone che hanno obbligato l’organizzazione a bissare l’evento. Un successo simile arriva solo quando si lavora senza secondi fini, senza usare l’associazionismo come leva per una carriera politica e senza avere l’arroganza di voler sostituire le guide archeologiche nella loro professione, ma con l’unico scopo di amministrare il bene comune, consci del fatto che non è più possibile considerare il limite di quest’ultimo appena fuori la porta del nostro giardino.
Sarei bugiardo, infine, se non confessassi che almeno una piccola parte di tutto ciò, sia arrivato anche grazie al mio romanzo. Quando mi buttai in quell’affascinante avventura intitolata “Polvere di Lago” lo feci con l’intento di risvegliare le coscienze sulla storia della nostra terra e l’orgoglio per le sue origini, convinto che per rilanciare qualcosa di così importante si dovesse necessariamente partire dal basso e adesso, dopo due anni e mezzo di articoli e convegni sul tema, dinanzi a tutti questi progetti realizzati concretamente, posso dire che non è stata una scelta sbagliata. L’altro giorno durante la presentazione del mio secondo romanzo ho ricevuto numerosi messaggi di amici e conoscenti che erano dispiaciuti per non poter essere venuti, poiché impegnati nelle diverse visite archeologiche organizzate in giro per la marsica. Più di qualcuno si è persino meravigliato che io abbia fatto coincidere la data della presentazione con quella delle visite ai Cunicoli. In realtà per me è accaduto qualcosa di magico. Nello stesso momento in cui pubblicavo le foto della sala stracolma per la presentazione del nuovo romanzo, vedevo i social network invasi da foto di migliaia di persone che in quello stesso weekend avevano deciso di avventurarsi sui nostri meravigliosi siti archeologici. Ho provato la stessa sensazione che può provare un padre quando il figlio si sposa e va via di casa. Il dolore del distacco viene alleviato dall’orgoglio di vedere il proprio figlio capace di provvedere da solo a sé stesso e, seppur ancora in mezzo a mille inevitabili difficoltà, anche alla sua nuova famiglia. E poi chissà, con ogni probabilità tra qualche mese arriverà anche un bel nipotino, e la storia della Marsica potrà continuare a farci sognare come fa ormai da più di duemila anni
Francesco Proia