Rocca di Mezzo. Il 9 maggio 1944 una squadriglia di nove aerei alleati colpì il centro abitato di Rocca di Mezzo, causando la morte di undici persone: nove civili e due soldati tedeschi. Il bombardamento avvenne all’alba, in un momento in cui il paese non ospitava postazioni strategiche evidenti, ma si trovava lungo una direttrice sensibile del fronte appenninico, non lontano dalla Linea Gustav, lungo la quale si concentrava la pressione bellica tra le forze tedesche e quelle anglo-americane.
Le vittime civili furono Annunziata Tiberio in Colananni, 58 anni, Chiara Colananni, 30, Pia Scoccia in Scoccia, 31, Olimpia Benedetti in Scoccia, 32, la piccola Maria Laura Scoccia, appena 2 anni, Diva Del Giudice, 15 anni, Santina Babbo, 13, Iole Di Gianpasquale, 23, e Loreto Giuliani, 72 anni. I loro nomi, trasmessi di generazione in generazione, rappresentano oggi il simbolo di una memoria collettiva che la comunità continua a custodire con rispetto e sobrietà.
Il contesto era quello di una regione attraversata da rastrellamenti, ritirate e presenze militari tedesche. L’Abruzzo, nel 1944, fu teatro di decine di azioni aeree, molte delle quali colpirono anche piccoli centri abitati, con l’obiettivo di ostacolare i movimenti nemici. Non è escluso che la presenza, a Rocca di Mezzo, di contingenti tedeschi abbia motivato l’operazione, anche se non sono mai emersi elementi certi in merito a obiettivi precisi.
A ottantuno anni di distanza, la ricorrenza del bombardamento assume un significato che va oltre il ricordo locale. In un contesto internazionale attraversato da nuove guerre e crisi umanitarie, la memoria di quegli eventi riafferma il valore civile della storia e la necessità di non rimuovere quanto accadde nei territori più piccoli e periferici. La guerra colpì anche Rocca di Mezzo, tra i vicoli di un paese di montagna, lasciando una ferita che è entrata nel patrimonio storico della Marsica e dell’Abruzzo intero.