Avezzano. Si cercano delle strade per salvare i posti di lavoro alla Cartiera Burgo, ma ora si delineano le prime possibilità per il futuro dello stabilimento. Dopo settimane di vertenza, c’è stato finalmente l’importante incontro tra i sindacati e la proprietà dello storico gruppo cartario di Altavilla Vicentina. Il vertice, durato circa due ore, era molto atteso dagli operai. Le rsu (rappresentanze sindacali unitarie) hanno chiesto al direttore dello stabilimento, Carlo Cavaterra e al responsabile del personale della fabbrica, Paolo Simonato, di riattivare l’intera produzione continua, affinché si dia la possibilità a eventuali partner commerciali dell’azienda e a potenziali acquirenti del sito produttivo, che vogliano rilevare lo stabilimento di Avezzano, di poterne valutare e verificare l’efficacia, l’efficienza e la capacità produttiva. L’azienda ha ribadito che, con i costi di produzione aziendale attualmente troppo elevati, non è possibile riavviare completamente la produzione. I sindacati, pertanto, hanno controproposto quantomeno l’invio del materiale cartaceo dagli altri stabilimenti della Burgo, al fine di impiegare più macchine taglierine per il taglio della carta, facendo così di Avezzano una sorta di “centro taglio” della carta inviata dagli altri siti produttivi. “L’obiettivo – hanno spiegato le rappresentanze sindacali – è quello di coinvolgere più lavoratori, per un lasso di tempo più lungo possibile, nel taglio della carta”. La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro tra le parti e la tanto sospirata risposta della sede centrale vicentina della proprietà. Nella mattinata si è tenuto anche un incontro tra i sindacati e gli operai. I lavoratori, intanto, hanno annunciato che da oggi hanno iniziato a presidiare il sito produttivo al fine di controllare che possa uscire dallo stabilimento, per essere poi venduto sul mercato, il materiale cartaceo prodotto in fabbrica. Impedendo, quindi, all’azienda di poterlo vendere e ricavarne un vantaggio economico, fin quando non sarà fatta chiarezza sulle sorti dello stabilimento e, ovviamente, degli stessi dipendenti. “Il presidio è stato, altresì, costituito anche per far sentire ai vertici aziendali, materialmente e fisicamente, la nostra presenza sul posto di lavoro. Un posto di lavoro che noi difenderemo fino alla fine – hanno dichiarato all’unisono gli operai -, perché il lavoro è un diritto solo costituzionalmente riconosciuto, ma non garantito… Purtroppo! Il lavoro conferisce all’uomo la dignità che, invece, vogliono toglierci”. Tra i più attivi nell’odierno summit, lo storico dipendente della Cartiera, Mauro Incerto, che ha dichiarato: “E’ dal lontano 1988 che lavoro nelle linee produttive della Cartiera, ventisei anni trascorsi a lisciare e lucidare i pregiati materiali cartacei. E dopo tanto onorato servizio, ora chiedo, a gran voce, le pari opportunità e nessuna discriminazione tra noi operai e i nostri capireparto. Perché i nostri superiori, capireparto, ancora lavorano regolarmente e noi, operai, no? E’ inaccettabile riattivare la produzione solo per alcune macchine taglierine, per smaltire la giacenza in magazzino, dato che trattasi di poche migliaia di quintali di carta, che verranno smaltite in poco tempo. Così non si risolve il problema, perché fra qualche giorno saremo di nuovo nelle stesse, drammatiche, condizioni di oggi”, ha concluso Mauro Incerto. I lavoratori, nel denunciare come negli ultimi tempi sia stato ridimensionato e depauperato il sito produttivo marsicano, hanno sostenuto che alcune commesse di produzione siano state trasferite negli altri stabilimenti della Burgo, soprattutto del nord Italia. Il tutto a danno, ovviamente, dello stabilimento fucense. Antonio Salvi