Roma. Filtrano informazioni ancora non ufficiali sull’accordo relativo alle nuove restrizioni per Natale: ci sarà un mini lockdown durante il periodo delle feste. Manca l’ok di Italia Viva, ma dovrebbe essere arrivata la decisione che ha messo d0accordo i ministri Boccia e Speranza con il presidente Conte.
Il governo è però ancora diviso tra due ipotesi. Potrebbe esserci infatti un blocco della circolazione dal 24 al 3 gennaio, nei giorni festivi e prefestivi, quindi dal 24 al 27, e ancora dal 31 al 3, con la sola eccezione di un allentamento della stretta il 28, 29 e 30, per ridare fiato alle attività commerciali. Secondo questo calendario di chiusure sarebbe ‘salva’ l’Epifania. Oppure si valuta ancora una zona rossa soltanto per la Vigilia, per il giorno di Natale, per il 31 dicembre e per l’1 gennaio, e far entrare l’Italia in zona arancione nei restanti giorni. Dal 4 al 6 gennaio in ogni caso dovrebbero riaprire sia i negozi sia le attività di ristorazione, e dovrebbe essere consentito anche uscire dal proprio Comune, per chi vive in zona gialla.
I ministri Boccia e Speranza spingono per una chiusura totale già dal prossimo week end, quello del 19 e 20 dicembre, per bloccare il grande esodo previsto soprattutto verso le Regioni del Sud, e fino all’Epifania. Un’Italia zona rossa con divieto di spostamenti tra le Regioni quindi, divieto di uscire dal proprio Comune, ma anche divieto di riunirsi nelle case. Negozi, bar e ristoranti con le serrande abbassate per tutto il periodo.
Mentre il premier Conte chiede sostanzialmente una zona arancione per tutta Italia, lasciando che nelle Regioni che adesso si trovano in fascia gialla rimangano aperte tutte le attività consentite, anche durante il prossimo fine settimana. Perché è il ragionamento del premier, le vacanze sono state già pianificate, e le partenze di sabato e domenica, cioè prima del blocco totale agli spostamenti tra Regioni che scatta comunque da lunedì 21, sono programmate da giorni.
Si dovrà attendere comunque l’avallo finale della ministra Bellanova, che molto probabilmente pretenderà ristori totali per le attività costrette a fermarsi.