Massa d’Albe. Diversi sono i focolai covid ormai scoppiati in tutta la Marsica. Alcuni centri sono diventati “zone rosse”, gli spostamenti sono vietati oppure vanno documentati con motivi di necessità.
A pagare un prezzo altissimo sono i piccoli centri che vivono di cultura, di turismo, di ricettività.
Che oggi si presentano deserti. E proprio così si presentava lo scorso week end Alba Fucens, culla di una delle zone archeologiche più ricche di storia dell’intera regione.
Dove in realtà si potrebbe fare molto di più per coniugare rispetto dell’ambiente e ricettività turistica, mossa dalla conoscenza e dalla sete di cultura. Piccola località che avrebbe tutte le carte in regola anche per diventare meta di turismo religioso ma che oggi si presenta silenziosa e deserta.
E il senso di abbandono è quello che si respira nell’area della chiesa di San Pietro, interessata da un cantiere chiuso e da pareti, nella parte posteriore, piene di scritte e crepe. Eppure qualche anno fa si è parlato di un museo e di fondi.
E così, all’ingresso della strada principale che porta a uno degli scavi più famosi del centro Italia, spunta lo striscione che sbeffeggia il motto dello scorso anno, che tutta l’Italia ha immortalato in striscioni colorati, sventolanti sui balconi ancora oggi: “Andrà tutto bene…”.
C’è chi non ci crede più, soprattutto chi ha chiuso piccoli ristoranti, bar e strutture ricettive che avevano l’ambizione di aprire a ridosso di un’area archeologica di prestigio che oggi però sembra blindata nel nulla.
E allora ad Alba Fucens lo striscione diventa: “Andrà tutto bene… Un ca..o”.