Avezzano. “Mi fa piacere che Cgil, Cisl e Uil, dopo anni di battaglie portare avanti solo da questa segreteria, si siano finalmente svegliati e dicano la ‘parolina magica’, ossia internalizzazione. Che noi chiediamo da anni per tutti i servizi esternalizzati dalla Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila tra silenzio, disinteresse, promesse mai mantenute e boicottaggi vari. Ora, però, è possibile unire le forze ed agire, magari iniziando con un presidio permanente davanti la sede del Consiglio regionale”.
Così Marcello Vivarelli, segretario regionale della Fesica-Confsal.
“Oggi Cgil, Cisl e Uil si mobilitano per i manutentori, per i cui stipendi la soluzione è nel capitolato d’appalto – prosegue Vivarelli –, visto che è legittimo chiedere alla stazione appaltante, in questo caso la Asl 1, di anticipare la somma, in modo da salvaguardare chi vive solo del proprio salario, ma non hanno ancora detto nulla sui lavoratori dei servizi amministrativi che non hanno superato la prova scritta del concorso pubblico per 53 posti da assistente amministrativo e che quindi possono davvero restare disoccupati”.
“Invitiamo allora le tre grandi sigle sindacali – è la proposta dell’esponente Fesica-Confsal – ad unirsi all’attivazione immediata di un presidio permanente davanti alla sede del Consiglio regionale all’Aquila. Serve una mobilitazione costante e visibile, ma non solo nei momenti di emergenza. Quattro anni fa, ad esempio, il sottoscritto propose di unire le forze alla Cgil provinciale, ricevendo un secco ‘no’ con una motivazione a dir poco assurda, e cioè che l’internalizzazione sarebbe stata una ‘porcata’. Peccato che una tale motivazione sia stata smentita dai vertici della Cgil in Puglia pochi giorni dopo”.
Vivarelli poi rivela che ha appena inviato una lettera al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, all’assessore alla Salute Nicoletta Verì e ai capigruppo del Consiglio regionale, nella quale chiede “un intervento urgente, attraverso la costituzione di una società in house, dunque attraverso l’internalizzazione, per tutelare chi ha garantito per anni il funzionamento dei servizi amministrativi, pur in condizioni di precarietà e tramite cooperative sociali”.
“Parliamo di persone con dieci, quindici, ma anche vent’anni di servizio, tutti da precari. Oggi, a cinquanta o sessant’anni, rischiano di scivolare dalla precarietà alla disoccupazione solo perché non hanno superato una prova scritta”, le parole del sindacalista, secondo cui la Regione Abruzzo ha la facoltà immediata di internalizzare questi lavoratori “togliendoli dalle secche del precariato e riconoscendo il loro contributo fondamentale alla tenuta della sanità pubblica locale”.
“Occorrono decisioni concrete. L’internalizzazione è possibile, giusta e urgente. È una questione di rispetto per il lavoro svolto e di responsabilità verso chi ha garantito servizi essenziali con dedizione e competenza. La Regione, ma pure i Comuni interessati – a partire da quello dell’Aquila, dove si è ufficialmente mosso, nella direzione della società in house, il consigliere di opposizione Americo Di Benedetto – devono intervenire subito, dopo anni di promesse fatte a questa sigla sindacale e mai mantenute”, conclude Vivarelli.