Carsoli. Violetta ha cinque anni e nella vita ha già lottato tanto. Insieme a mamma Mariana, dopo essersi sottoposta a cure lunghe e complesse all’ospedale Bambino Gesù di Roma, era tornata in Ucraina. La guerra, però, non le ha permesso di proseguire il suo percorso di cure e per questo l’associazione “Edoardo Marcangeli” l’ha fatta tornare in Italia insieme a sua madre.
Ieri sono arrivate a Carsoli e ad accoglierle c’era tutta l’associazione che ora le aiuterà in questo momento difficile. !”Violetta e la sua mamma Mariana sono riuscite ad arrivare nel nostro paese grazie all’associazione Edoardo Marcangeli che le ha accolte, ancora una volta, a braccia aperte”, ha raccontato il sindaco Velia Nazzarro, “Violetta è una bimba ucraina di cinque anni che, nel suo breve passato, è stata ospite della “Casa di Edo” per poter seguire le cure presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma.
Dopo otto mesi in Italia, Violetta era tornata finalmente a casa, in Ucraina dove avrebbe potuto seguire tranquillamente tutte le visite di controllo. Purtroppo la guerra ha costretto Violetta e la sua mamma a fuggire dall’ Ucraina e a tornare in Italia per effettuare le visite di controllo all’ospedale Bambino Gesù perché nel suo paese, la guerra non le consente più di farlo. Violetta ha attraversato il confine a piedi con la sua mamma che ha fatto di tutto per portarla in salvo, mentre suo papà si trova a dover combattere una guerra assurda.
Violetta e la sua mamma Mariana, costrette a vivere il dramma nel dramma, hanno trovato nuovamente il loro piccolo angelo custode pronto ad aiutarle.
Grazie all’associazione Edoardo Marcangeli Violetta e la sua mamma a Carsoli hanno ricevuto una casa accogliente e tante braccia che le hanno strette in un caloroso abbraccio. A nome di tutta la comunità di Carsoli desidero ringraziare l’associazione Edoardo Marcangeli che, ancora una volta ci riscalda il cuore con il suo prezioso e concreto impegno quotidiano sempre volto ad aiutare chi ha bisogno. Carsoli accoglie a braccia aperte Violetta e la sua mamma Mariana e spera tanto che, quanto prima, possano tornare nella loro casa in Ucraina insieme al loro papà, in un paese libero e senza guerra”.