Avezzano. Accusa l’ex compagno di violenze sessuale nei confronti della figlia e di atti sessuali con la nuova compagna davanti alla minorenne. In realtà, secondo l’accusa, si trattava solo di una calunnia per questioni di ripicca contro il marito, dovute alla vicenda di separazione. Ora la donna è indagata dalla procura di Avezzano. Le accuse sono state mosse partendo da una presunta confessione dell’amichetta della figlia. Secondo l’avezzanese, questa bambina avrebbe raccontato alla propria madre di subire avance sessuali da parte dell’amichetta, cioè la figlia dell’avezzanese accusata. La bambina avrebbe giustificato questi comportamenti sessuali dicendo di aver visto il padre e la nuova compagna fare “quelle cose”. Questo sempre dal racconto dell’amichetta riportato alle autorità dalla mamma avezzanese. Sempre secondo l’accusa della donna, la figlia avrebbe anche raccontato e descritto, secondo la mamma, dei comportamenti sessuali tenuti dal padre nei suoi confronti e in sua presenza. Sul caso la procura ha avviato delle delicate indagini, coordinate dal sostituto procuratore Guido Cocco. Indagini che hanno fatto finire nei guai il genitore, accusato del reato di violenza sessuale nei confronti della figlia minorenne.
Nel corso delle indagini, però, è venuta fuori una storia diversa visto che da una relazione redatta dal consulente nell’ambito del giudizio civile, una psicologa, è emerso che la bambina non aveva mai riferito di violenze, ma aveva raccontato soltanto che dormiva in un lettone con altre persone quando andava dal padre. Per tale motivo, secondo l’esperta, oltre a un comportamento “bizzarro e stravagante” come quello di dormire tutti insieme, non c’era nessun elemento che potesse riguardare atti sessuali. Nella deposizione della bambina, infatti, non sono emersi fatti che possano avere rilevanza penale, raccontati soltanto dalla mamma. Durante le indagini, al contrario, è emersa una tendenza della madre a raccontare bugie, a travisare i fatti e a ingigantire i contenuti con l’unico obiettivo di accusare l’ex marito attraverso il coinvolgimento della figlia. Per tale motivo l’avezzanese, oltre a essere accusata di non aver dato seguito a un provvedimento del giudice non facendo vedere la figlia al marito, dovrà rispondere anche di circonvenzione di persona incapace e di calunnia. Le indagini preliminari sono state chiuse e ora si attende la decisione del giudice.