Avezzano. È stato condannato a un anno e 2 mesi di reclusione con rito abbreviato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una studentessa. È questa la sentenza emessa dalla corte d’appello dell’Aquila che vedeva sotto accusa un docente universitario di Avezzano, AL, finito sotto indagine dopo la denuncia della ragazza di 24 anni. studentessa di Infermieristica.
La corte, presieduta dal giudice Armanda Sevino (Carla De Matteis e Laura D’Arcangelo a latere), ha inoltre disposto la sospensione della pena condizionata a un percorso di recupero in un centro di rieducazione e il risarcimento del danno. In primo grado il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione e l’imputato era stato assolto.
La vicenda risale al 2020, quando la studentessa era arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, denunciando di essere stata vittima di una violenza sessuale. Gli abusi si sarebbero consumati all’interno di un’aula della Facoltà di Infermieristica, dove la 24enne di Avezzano si era recata per sostenere un esame. Sulla vicenda era stata aperta un’inchiesta della procura della Repubblica di Avezzano.
Secondo quanto dichiarato dalla studentessa universitaria, la violenza si sarebbe verificata dopo aver sostenuto l’esame. Al termine della prova d’esame, infatti, il docente l’avrebbe palpeggiata nelle parti intime. Secondo l’accusa, l’insegnante, approfittando del fatto che tutti gli altri erano andati via, si sarebbe avvicinato e, facendole i complimenti per l’esame superato, l’avrebbe prima baciata e poi palpeggiata. Dopo essere uscita dalla Facoltà, accompagnata da un’amica, si era recata immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano dove aveva raccontato la presunta violenza subita. Franco Colucci, avvocato dell’imputato, aveva presentato istanza di rito abbreviato a condizione che venissero ascoltati due testimonianze. La richiesta era stata accolta e il docente era stato scagionato, soprattutto grazie alle testimonianze in aula. Ora in appello la sentenza è stata ribaltata. La parte civile era difesa dall’avvocato Pierluigi D’Amore.