Avezzano. Violenza sessuale su una sedicenne, due stranieri davanti al giudice: chiesto il giudizi. È quanto richiesto dal pubblico ministero Lara Seccacini, nel corso del processo che si è svolto ieri mattina davanti a Maria Proia, giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Avezzano.
Secondo l’accusa i due avrebbero convinto la ragazzina con un inganno a seguirli sul retro di un bar, in un vicolo buio, per poi abusare di lei mentre un complice faceva da palo. Ieri sono comparsi davanti al gup con l’accusa di violenza sessuale aggravata e minacce nei confronti della ragazza. Infatti le avevano intimato di non raccontare a nessuno dello stupro. In caso contrario si sarebbero vendicati. Lei però non ha ceduto alle minacce e ha denunciato l’accaduto. I fatti risalgono alla fine del 2017 quando la ragazza di Avezzano aveva 16 anni. Nonostante le intimidazioni e le minacce di morte, la giovane ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai suoi genitori e ciò ha permesso agli investigatori di individuare i suoi presunti violentatori, di 26 e 28 anni, che sono stati perseguiti.
Secondo il sostituto procuratore sono tre le persone coinvolte nella vicenda. Oltre ai due stranieri, con regolare permesso di soggiorno, c’è di mezzo anche un terzo uomo, non è chiaro se di nazionalità straniera. I presunti autori dello stupro avrebbero avvicinato la ragazza avezzanese in un’area intorno alla stazione e al terminal dei bus, in una strada nella zona. L’episodio sarebbe venuto alla luce successivamente, quando la giovane si è decisa a parlare nonostante l’azione intimidatoria subita.
Due dei tre indagati sono ora sotto inchiesta, rintracciati dopo le indagini della polizia e accusati di violenza sessuale e violenza privata. Il terzo giovane, non essendo stato ancora identificato dagli investigatori, è attualmente ricercato. Il reato in questione non ha prescrizione. Secondo il racconto della studentessa, i tre nordafricani l’avrebbero costretta a seguirli con la scusa di doverle parlare. Dopo averla svestita uno dei tre avrebbe abusato di lei mentre gli altri e due facevano da palo. In seguito alla denuncia il drammatico episodio è stato ricostruito durante un incidente probatorio. I due marocchini, difesi dagli avvocati Luca Motta, Pasquale Motta e Francesco Olivieri, hanno sostenuto di conoscere la ragazzina ma di non aver mai abusato di lei. Ieri mattina oltre all’accusa, sono stati sentiti gli avvocati della difesa e della parte civile. Il processo è stato rinviato al 21 luglio quando ci saranno le repliche del pubblico ministero.