Avezzano. Sono stati condannati dalla corte d’appello dell’Aquila, sezione per i minorenni, a 3 anni anni di carcere. Tre giovani marsicani erano accusati di violenza sessuale e di lesioni. Secondo l’accusa hanno violentato una turista americana in vacanza a San Benedetto dei Marsi. I tre giovani, tutti del posto, all’epoca dei fatti erano minorenni, due di 16 anni e uno di 15 anni. I fatti risalgono al 2011 e secondo la ricostruzione, organizzarono in piena campagna una violenza sessuale di gruppo dopo aver fatto ubriacare la vittima. La giovane turista aveva 17 anni ed era a San Benedetto dei Marsi per trascorrere alcuni giorni d’estate con i nonni.
I fatti risalgono al mese di luglio di quell’anno quando la ragazza aveva conosciuto i tre alla villa comunale. Insieme avevano iniziato a bere vodka, poi si erano trasferiti in un locale e successivamente in un cava in compagna dove, stando alla denuncia della turista, sarebbe cominciata la violenza. “Mi hanno buttata a terra, mi hanno tolto la maglia e il reggiseno, poi mi hanno costretta ad avere rapporti sessuali. Cercavo di rifiutarmi ma loro mi davano calci alle gambe”. Successivamente i tre l’avrebbero riaccompagnata a casa. Il giorno successivo, la giovane avrebbe raccontato a uno zio quello che era successo: da qui la denuncia, l’inizio delle indagini, il processo e la condanna dell’altro giorno.
I tre minorenni erano stati condannai a 4 anni di carcere dal giudice del Tribunale dei Minori dell’Aquila, ma l’avvocato, Pasquale Milo, ha appellato la sentenza. In tre, in quel caldo pomeriggio di luglio, avevano stuprato in una cava la minorenne dopo aver bevuto vodka. Da allora la vittima ha fatto ritorno in America e non è più tornata. In videoconferenza però ha confermato le accuse nei confronti dei tre stupratori che sono stati condannati dalla Corte d’Appello dei minori. Secondo la procura generale sarebbero state fornite nel corso del processo false testimonianze, soprattutto da parte di una ragazza, a difesa degli accusati. Al riguardo gli atti potrebbero essere trasmessi in procura per indagini approfondite.