Avezzano. Tre ragazzi marsicani condannati a 3 anni con l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una 13enne. La decisione è arrivata direttamente dal tribunale per i minorenni.
Dei cinque imputati uno è stato assolto e uno ha ottenuto la messa alla prova. Gli episodi risalgono all’estate del 2011 e sono andati avanti fino a quella del 2013, ma si sarebbero concentrati in sei mesi, tutti nel 2013. Gli studenti, tutti residenti tra Scurcola Marsicana e Avezzano, secondo l’accusa, avrebbero usato violenza nei confronti della ragazzina per un lungo periodo. Lei in un primo momento si era tenuto tutto dentro.
I cinque ragazzi, e un sesto era stato dichiarato non imputabile erano finiti sotto processo dopo la denuncia della loro compagna di classe. Gli stupri erano avvenuti più volte durante gite in campagna nel corso dell’anno scolastico. La vicenda è venuta fuori durante una lezione di educazione civica, in uno dei tanti colloqui con i carabinieri tenuti con i ragazzi delle medie sul ruolo delle forze dell’ordine.
Proprio durante uno di questi incontri a scuola i carabinieri erano stati incuriositi da una domanda di chiarimenti, posta dalla studentessa sulle conseguenze penali nelle quali si sarebbe potuto incorrere se qualcuno avesse costretto altri a praticare sesso. Aveva domandato al militare dell’Arma: “che succede a chi fa uno stupro?”. La domanda aveva fatto raggelare tutta la classe, con un palpabile imbarazzo generale e qualcuno che tremava. I militari avevano intuito subito che c’era qualcosa di tremendo dietro. Si erano guardati negli occhi, fingendo di non dare importanza alla domanda e ai commenti in aula.
Una volta usciti dalla scuola, però, avevano subito cominciato a indagare, effettuando anche intercettazioni telefoniche e ambientali. Infine avevano informato i genitori e ottenuto, anche grazie all’aiuto di una psicologa, altre informazioni. Era venuta fuori così una storia di sesso di gruppo, con minacce seguite anche da momenti di scherno. Il branco pare avesse considerato la violenza come assolutamente normale, nascondendola con naturalezza.
La Procura dei minori dell’Aquila aveva portato avanti l’inchiesta con diversi incidenti probatori, nel 2017 il rinvio a giudizio. Uno dei minorenni era uscito dall’inchiesta, mente uno di loro, difeso dal legale Gianfranco Restaino, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Gli altri, nel frattempo tutti divenuti maggiorenni, sono stati condannati dal collegio del tribunale aquilano, presieduto dal giudice Cecilia Angrisano. Il pubblico ministero era Lorenzo Maria Destro. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Cesidio Di Salvatore, Francesca Basile, Gianfranco Restaino, Massimiliano Zitti e Federica Foglietti.