Avezzano. Sono stati rinviati a giudizio davanti al tribunale per i minorenni dell’Aquila. Si tratta di ragazzi tra i 14 e i 15 anni che devono rispondere di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una minorenne di 13 anni. Gli studenti, che vivono tra Scurcola Marsicana e Avezzano, secondo l’accusa, avrebbero abusato della 13enne per un lungo periodo. I fatti risalgono a diverso tempo fa e lei in un primo momento si era tenuto tutto dentro.
I ragazzi erano finiti sotto processo denunciati dai genitori di una compagna di classe. Gli stupri erano avvenuti più volte durante gite in campagna nel corso dell’anno scolastico. La vicenda è venuta fuori durante una lezione di educazione civica, in uno dei tanti colloqui con i carabinieri tenuti con i ragazzi delle medie sul ruolo delle forze dell’ordine.
Proprio durante uno di questi incontri i carabinieri sono stati incuriositi da una domanda di chiarimenti, posta da una giovane studentessa sulle conseguenze penali nelle quali si sarebbe potuto incorrere se qualcuno avesse costretto altri a praticare sesso. In altre parole: «Che succede a chi fa uno stupro?». Choc in classe, imbarazzo, qualcuno che tremava. I militari hanno subito intuito che c’era qualcosa di tremendo dietro. Si sono guardati negli occhi, fingendo di non dare importanza alla domanda e ai commenti in aula.
Una volta usciti dalla scuola, però, hanno subito cominciato a indagare, effettuando anche intercettazioni telefoniche ed ambientali. Hanno poi informato i genitori ed ottenuto, anche grazie all’aiuto di una psicologa, altre informazioni. E’ allora emersa tutta la storia, allucinante: sesso di gruppo con minacce seguite anche da momenti di scherno. Il branco avrebbe considerato la violenza come assolutamente normale, sottacendola con naturalezza.
La Procura dei minori dell’Aquila ha portato avanti la delicatissima inchiesta con riservatezza assoluta e si è dato luogo proprio negli ultimi giorni ad un incidente probatorio al quale hanno partecipato anche giovanissimi testimoni chiamati in causa dalla ragazza, oltre ad un medico specialista e un assistente sociale. Ora c’è stato il rinvio a giudizio.