Carsoli. L’aggressione che si è verificata ieri nel parcheggio antistante la Galleria Commerciale Carseoli (Centro Commerciale Carsoli2) , ha suscitato indignazione in tutto il comprensorio zonale. La vittima di questa barbara ed incivile situazione è Orlando Saccucci, 51 anni consigliere comunale di Vallinfreda(Roma) ove risiede con la sua famiglia. Abbiamo voluto approfondire questo episodio sconcertante e che poteva finire anche in tragedia a causa della violenza gratuita che il ciclista ha riversato contro l’uomo. Attualmente sono in corso le indagini sul caso in questione, dopo la denuncia per aggressione presentata dalla vittima. Ma veniamo ai fatti che Orlando ha raccontato in esclusiva per ConfineLive/Marsicalive.
Sono le 12.30 di una giornata assolata estiva, Orlando scende da Vallinfreda in quel di Carsoli per accompagnare sua moglie ed una sua parente a fare delle spese. Alla guida di una Fiat Panda 4 porte è sua cugina, egli occupa il posto a fianco della conducente del veicolo, mentre sua moglie è seduta sul sedile posteriore. “Eravamo in giro per delle compere – ci racconta Orlando Saccucci – e dal parcheggio del centro commerciale Galassia, ci siamo immessi con prudenza sulla Strada Principale Tiburtina, procedendo normalmente. Abbiamo quindi percorso qualche metro, per poi indicare la svolta a sinistra verso il parcheggio della Galleria Commerciale Carseoli. Di qui sopraggiungeva a velocità ben sostenuta un ciclista che ha iniziato ad inveire con pesantissime parole apostrofando con insulti la conducente e con gesti inconsulti. Per difendere mia cugina alla guida – prosegue Orlando Saccucci – ho risposto al ciclista dicendogli di vergognarsi a trattare una donna in questo modo, rimanendo sconcertato per quanto stesse accadendo. Di qui poi abbiamo proseguito per la nostra meta, parcheggiando l’auto nell’ampio piazzale del Centro commerciale. Dopo essere sceso dal veicolo, ho subito notato questo ciclista, privo di casco e con capelli brizzolati venire verso di me mostrando tutte le sue piu’ brutte intenzioni. Mentre stavo camminando sono quindi scivolato casualmente imbattendomi in un brecciolino che era a bordo di un muretto divisorio. Ho perso appena l’equilibrio, ma non ho fatto in tempo a rimettermi nello stato eretto, in quanto il ciclista in preda ad un raptus continuava ad insultarmi ed ha iniziato a tirarmi calci sul volto e sulla testa. Mi sono riparato con le braccia per evitare il peggio, non riuscendo a capacitarmi di cosa mi stesse accadendo. In quel mentre sopraggiungeva una auto che sostando sull’area di Servizio della Esso, ha iniziato a chiamare l’uomo per nome gridando… Fabrizio lascia stare…ma cosa gli stai facendo… e così dopo i ripetuti richiami l’uomo è fuggito riprendendo la bici. Immediatamente sono stato soccorso da una bravissima persona di nome Bruno che lavora presso una fabbrica della zona industriale, e poi dalla titolare dell’edicola che ha avvertito il 118 di Carsoli. Ero confuso e dolorante sentivo un’occhio che mi stava esplodendo per i colpi ricevuti. Subito sono stato trasportato all’Ospedale di Avezzano dove ho ricevuto tutte le cure del caso”.
Nel frattempo il titolare di una attività commerciale situata nei pressi del centro commerciale visti i fatti, ha inseguito il gruppo ciclistico fino ad Arsoli, riuscendo ad intercettare l’auto guida del gruppo, della quale ha poi rilevato il numero di targa consegnato ai Carabinieri. Immediatamente è scattata l’allerta impartita dai Carabinieri di Carsoli che sono intervenuti prontamente sul posto ed hanno coordinato una serie di controlli per identificare il gruppo dei ciclisti, che sono stati poi fermati tutti a Marano Equo e condotti presso la caserma dei Carabinieri di Subiaco ove sono stati tutti interrogati a lungo. Nessuno di loro ha riferito di conoscere il tale Fabrizio, che nel frattempo se la deve essere data a gambe levate. Si ipotizza sia stato quindi caricato su una auto e riportato al luogo di provenienza del gruppo di ciclisti. Ieri sera è stata sporta denuncia querela per aggressione, ed ora sono attualmente in corso le serrate indagini per identitificare l’aggressore. Orlando Saccucci se l’è cavata anche abbastanza bene rispetto al rischio occorsogli. Punti di sutura nella palpebra, un occhio gonfio e bendato, dolori alla testa, e dieci giorni di prognosi. I sanitari dell’Ospedale di Avezzano non hanno poi ritenuto di doverlo ricoverare. Ora sta cercando ricordare bene ogni particolare che può essere utile agli inquirenti per catturare il colpevole e punirlo, si spera, a dovere e a ragion veduta. Saccucci oggi ha ricordato che il suo aggressore aveva un tatuaggio sul braccio, una ragnatela, che purtroppo rimarrà impressa nel brutto ricordo di questa situazione. Attraverso le nostre colonne Orlando vuole anche ringraziare tutti coloro che si sono prodigati, per testimoniare e per i soccorsi prontamente ricevuti a Carsoli.
Noi come redazione ci sentiamo indignati, ed esprimiamo la solidarietà piena ad Orlando Saccucci e alla sua famiglia, esprimiamo altresì il compiacimento per l’atteggiamento di pari solidarietà hanno avuto le persone che si sono trovate in quel momento ad agire e a difendere la moralità e l’umanità. Viviamo in una società malata, che non riesce piu’ a tollerare nulla, e che da una bazzecola di un sorpasso o di un diverbio di natura viaria si può commettere un omicidio o anche esserne vittima. Restiamo increduli di come lo sport, che invece dovrebbe insegnare ben altro sia vissuto con questo nervosismo, che può ricondurre a stati di alterazione non consoni alla normalità della lucidità umana. Confidiamo nelle forze dell’ordine e ci auguriamo di poter dare la notizia con nome, cognome e foto segnaletica del vile aggressore. @danieleimperiale
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