Avezzano. Sindacati all’attacco contro il sottodimensionamento dei vigili del fuoco di Avezzano e dell’Aquila. Il distaccamento di Avezzano ha nove unità, ma a turno c’è una persona di riposo, una in ferie e almeno uno con il salto programmato. Quindi in sei i vigili di Avezzano riescono a coprire 37 comuni, arrivando fino a Borgorose, in provincia di Rieti, e coprendo da Rocca di Botte, a pochi chilometri da Roma a Balsorano, vicino Sora (Frosinone). Dopo il 6 aprile, inoltre, tutto è cambiato. Prima del terremoto gli interventi nei distaccamenti di Avezzano, Sulmona, Castel di Sangro, compresa L’Aquila erano circa seimila, di cui duemila ad Avezzano. Oggi gli interventi si sono assestati a 27mila di cui 2.500-3mila nella Marsica. Il sindacato da anni lotta affinché la situazioni venga normalizzata, ma non è stato mai ascoltato, a tutti i livelli politici e amministrativi. «Abbiamo chiesto la mobilità straordinaria», ha affermato Daniele Sbarassa, componente della segreteria generale del Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco, «e abbiamo chiesto che venga fatto rientrare tutto il personale abruzzese che si trova nelle sedi nazionali. Non ci hanno voluto ascoltare e ora la situazione è insostenibile». Richiesta anche una riclassificazioni dei distaccamenti che porterebbe quello di Avezzano a 15 unità. Senza queste soluzioni, secondo il sindacato, non si potrà andare avanti per molto perché passeranno anni affinché si ritorni agli interventi che c’erano prima del terremoto. Inoltre, attualmente, spesso un vigile del distaccamento di Avezzano è costretto a coprire e a rafforzare la caserma dell’Aquila con straordinari che, secondo Sbarassa «non vengono pagati». La soluzione, secondo Sbarassa, sarebbe stabilizzare i volontari che in Italia sono quattromila, hanno un costo di 160 milioni annui e ognuno produce una spesa tre volte superiore a quella necessaria per chi è di ruolo.