Avezzano. Salvatore Di Giacomantonio, dipendente della Securpol Group s.r.l. potrà riprendere il suo servizio di guardia particolare giurata. Lo ha stabilito il Giudice del lavoro dr. Giuseppe Giordano all’esito di un lungo e difficile contenzioso seguito al licenziamento disciplinare inflitto al dipendente, accusato di non aver osservato le disposizioni di servizio e non aver adoperato la dovuta diligenza nello svolgimento delle proprie mansioni presso il capannone Aciam-Tekneco ubicato in Via Edison ad Avezzano nella notte tra il 25 e il 26 agosto scorso.
In quella maledetta notte 3 malviventi rompevano uno dei cancelli carrai di accesso al deposito – all’interno di un sito di 18.000 mq in cui sono situati i capannoni di Aciam e Tekneco con i rispettivi parcheggi ove sostano circa 100 mezzi – lo aprivano, forzavano l’accensione di un camion ed uscivano dal cancello ripresi dalle telecamere del sistema di video sorveglianza controllato dal Di Giacomantonio. Dopo il furto – preceduto da un altro colpo verificatosi appena un mese prima ai danni di un mezzo della Tekneco, mentre svolgeva il servizio di vigilanza altra guardia giurata – la Securpol vedeva rescisso il contratto di appalto riguardante due unità operative per gravi negligenze contrattuali e il Di Giacomantonio era ritenuto responsabile per aver gravemente leso l’immagine aziendale ed aver causato la revoca dell’appalto. IL dipendente, noto in città per aver lungamente presidiato l’ingresso del Se.R.T. di Avezzano, dopo 25 anni alle dipendenze della società di vigilanza, veniva così licenziato con decorrenza immediata.
Consapevole di non aver alcuna responsabilità, in quanto al momento del furto effettuava il giro di perlustrazione perimetrale come richiesto ogni 45 minuti da una direttiva aziendale, si rivolgeva gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, che presentavano ricorso d’urgenza, mentre l’azienda ingaggiava un collegio di avvocati giuslavoristi di un noto studio legale romano. Nella causa venivano ascoltati diversi testimoni, acquisite le immagini delle telecamere e visionati i rapporti di servizio. Ieri, l’attesa ordinanza con cui il Giudice del lavoro, premesso che l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori prevede la reintegrazione nel posto di lavoro quando “il fatto contestato non sussiste” e quando “il fatto rientra tra le condotte punibili solo con una sanzione conservativa sulla base delle previsioni dei contratti o dei codici disciplinari applicabili”, ha giudicato convincente la tesi sostenuta dai legali della guardia giurata. Nell’ordinanza si legge, infatti, che il furto è stato consumato in circa 15 minuti, in concomitanza con il giro di ispezione che il ricorrente ha annotato come eseguito tra le ore 23 e le ore 23,20. In effetti, tra il primo spostamento del camion e la sua definitiva uscita dal parcheggio intercorrono circa 10 minuti, nel corso dei quali i tre malviventi ripresi da una telecamera si guardano intorno per non essere avvistati. il parcheggio in questione non è visibile da chi si trovi a percorrere il perimetro del sito lungo via Edison. Inoltre, l’estensione dell’intero sito è tale che da una parte all’altra dello stesso non si possono udire i rumori dei motori dei mezzi in movimenti.
Il dr. Giordano aggiunge che non è stata raggiunta la prova delle altre più gravi condotte negligenti contestate al ricorrente e che, dall’altro, sia invece emersa l’inadeguatezza del sistema di videosorveglianza a garantire la possibilità, per una sola persona, di controllare tutte le strutture e i mezzi delle due società, circostanze che escludono che il fatto accertato (omessa segnalazione di aver trovato aperto uno dei cancelli) possa integrare sul piano astratto giusta causa o giustificato motivo di licenziamento.
Il Tribunale conclude, dunque, che li licenziamento va annullato e la società resistente va condannata a reintegrare il ricorrente nel posto di lavoro e al pagamento, in suo favore, di un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegrazione.
Piena soddisfazione hanno espresso i legali Braghini e Lancia, che sin dall’inizio hanno creduto alla correttezza della condotta della guardia giurata, dimostrando in giudizio l’impossibilità per lo stesso di vigilare da solo un sito di tali dimensioni mediante il controllo delle immagini delle telecamere sul monitor della reception ed effettuando le perlustrazioni ogni 45 minuti. Il furto poteva tramutarsi in una tragedia, ciò deve far riflettere sul lavoro delle guardie giurate che, spesso, operano in condizioni critiche.