Castellafiume. Scoppia il caso sull’intitolazione di una strada del Comune di Castellafiume a Cornelio Di Marzio, personaggio di spicco del fascismo in Italia e all’estero. La decisione è stata motivata con una presunta sua qualità di giornalista e scrittore.
Le accuse arrivano dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) e dall’opposizione consiliare. “In un paesino in cui molte delle strade sono scritte sui muri a vernice su fondo bianco”, affermano dall’associazione, “è stato collocato un palo con una bella targa di pietra. Cornelio Di Marzio, secondo L’Anpi, è stato un personaggio di spicco del fascismo e uno dei 100 “firmatari” delle ignominiose leggi razziali. “Questo”, spiegano dall’Anpi, “è sicuramente molto più rilevante nella vita di Cornelio Di Marzio” di quanto lo siano stati i suoi scritti ai più sconosciuti”.
Il sindaco, Aurelio Maurizi, ha spiegato di aver ricevuto e vagliato attentamente una richiesta sottoscritta da duecento persone tra cui lo storico parroco di Pagliara, monsignor Ezio Del Grosso. “Mi è stata consegnata una copiosa documentazione”, ha affermato il primo cittadino del Comune immerso nella Valle di Nerfa, “tra cui una lettera di Paolo Moroni, professionista ebreo che sostiene come Corneilo Di Marzio fosse contrariato alle leggi razziali. C’è poi un atto notorio del 1948 in cui si afferma, alla presenza del notaio, avvocato Carlo Capo,che Di Marzio era contrario a qualsiasi forma di razzismo e settarismo. Di contro, era un uomo di cultura e un lavoratore pervaso sempre da profonda onestà che dimostrò di combattere atteggiamenti fascisti. Non aderì alla Repubblica sociale”, ha aggiunto il sindaco, “perdendo per tale motivo anche tutte le cariche professionali. Anche secondo l’Associazione della stampa romana”, ha aggiunto il sindaco, “era un redattore del Messaggero che si occupava di attività giornalistico-artistico-letteraria”.
Dall’Anpi replicano però che nella passata legislatura “fu presentata anche una raccolta di firme che chiedeva al sindaco di non accogliere la richiesta in quanto il personaggio era perlomeno discutibile. L’allora sindaco Ricci Quirino valutò poco opportuno intitolare la strada. Ora i fautori dell’iniziativa ci hanno riprovato e stavolta ci sono riusciti.
Il dizionario Biografico degli Italiani, Volume 40 (1991) della Treccani.it sostiene che Di Marzio ha aderito al movimento fascista prendendo parte a varie spedizioni punitive, fondando nel 1920 i primi fasci della Marsica e divenendo segretario politico del fascio di Avezzano e della federazione fascista marsicana. La questione rimane aperta e le posizioni distinte.