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Vesuvius, Di Pangrazio incontra i lavoratori e la Pezzopane si impegna per trovare soluzioni

Redazione Attualità di Redazione Attualità
20 Settembre 2016
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Avezzano. Tutti in campo per tutelare il futuro dei lavoratori della Vesuvius. Dopo l’annuncio della chiusura entro dicembre da parte della multinazionale si stanno cercando soluzione alternative per evitare di lasciare a casa 83 dipendenti. Ieri mattina una delegazione di lavoratori ha incontrato il primo cittadino, Gianni Di Pangrazio, per capire insieme come affrontare la situazione. Questa mattina si è svolta un’assemblea dei dipendenti, alla quale hanno partecipato anche l’assessore comunale al ramo Alessandra Cerone e i rappresentanti provinciali e regionali della Cgil Umberto Trasatti, Domenico Fontana e Rita Innocenti. Ai lavoratori è stato riferito quanto annunciato dall’azienda nell’incontro al ministero per lo Sviluppo economico e si è poi ragionato su quanto si potrà fare per il futuro del sito. L’obiettivo dei sindacati è quello di inserire la vicenda dei due stabilimenti della Vesuvius di Avezzano e di Cagliare nella più ampia trattativa nazionale relativa al settore dell’acciaio e all’azienda Ilva. “L’interesse vesuviusprimario per noi”, ha sostenuto il sindaco, Gianni Di Pangrazio, al termine dell’incontro con i sindacati, “è assicurare il mantenimento dei posti di lavoro a tutti gli 83 dipendenti della Vesuvius e auspichiamo che l’azienda collabori con le istituzioni che sono impegnate per trovare una sbocco positivo alla vertenza. In caso contrario imporrò alla Vesuvius di bonificare scrupolosamente il sito facendolo tornare com’era prima dell’insediamento, un’area verde, accollando alla stessa azienda i rilevanti costi per il risanamento ambientale dell’area, stimabili in milioni di euro”. Intanto la società, con una nota, ha voluto specificare i passaggi di questa importante manovra che poterà non solo alla chiusura del sito marsicano ma anche di quello di Assemini dove si producono sempre piastre per altiforni. “L’intenzione della società è quella di rimanere presente e attiva in Italia”, hanno precisato dalla casa madre, “l’annuncio di chiusura è il risultato di un’approfondita analisi delle dinamiche relative a domanda e produzione di acciaio sia in Emea, sia a livello globale, con un focus particolare sulla domanda futura di prodotti refrattari per il flow control di Vesuvius. La domanda e la produzione di acciaio in Emea hanno subito un graduale calo a partire dal 2007 e non si prevedono concreti miglioramenti nei prossimi anni. La domanda di acciaio è in stagnazione per una serie di fattori, tra cui la bassa crescita economica, il rallentamento delle attività manifatturiere, il basso costo del petrolio e la minore richiesta di tubi e tubazioni. Inoltre, l’azione combinata tra la sovraccapacità produttiva di acciaio in Cina e il minor consumo ha incrementato particolarmente i livelli di export verso l’UE, creando significative pressioni sui prezzi dei produttori europei, generalmente di fascia alta. Lo stabilimento di Avezzano, invece, è focalizzato sui prodotti slide-gate e sarà chiuso per bilanciare l’attuale capacità produttiva del Gruppo. L’azienda è disponibile fin da subito a iniziare la discussione per individuare la migliore soluzione in grado di minimizzare l’impatto sociale sui 186 dipendenti coinvolti, coerentemente con la cultura del Gruppo”. Anche la senatrice Stefania Pezzopane è intervenuta sul caso Vesuvius. “I vertici della multinazionale britannica Vesuvius hanno vergognosamente comunicato la chiusura degli stabilimenti di Avezzano e Cagliari, sembra per trasferire l’intera produzione in Polonia”, ha precisato la senatrice, “un comportamento scandaloso, che fa indignare, da parte di chi ha usufruito degli ammortizzatori sociali e ha rifiutato proposte alternative. Il ministero aveva anche messo in piedi uno specifico tavolo di lavoro, ma l’azienda è sorda e cieca. Ora siamo al lavoro per gli ammortizzatori sociali, ma soprattutto per trovare soluzioni concrete per i lavoratori. La Marsica non può permettersi di perdere altri posti di lavoro”.

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