Avezzano. Fumata nera al ministero per lo Sviluppo economico sulla chiusura della Vesuvius. La multinazionale che produce piastre per altiforni ha ribadito l’intenzione di chiudere gli stabilimenti di Avezzano e in provincia di Cagliari, per spostare tutto nell’Europa dell’Est dove i costi di produzione sono più bassi. Gli 83 dipendenti del sito di Avezzano e i colleghi sardi hanno voluto esprimere il loro disappunto per la scelta della società e si sono ritrovati in via Molise per manifestare contro la Vesuvius. Mentre parte dei lavoratori prendeva parte al vertice in qualità di rsu e parte manifestava sotto al ministero, un’altra rappresentanza incrociava le braccia davanti agli stabilimenti fermi per lo sciopero di tutto il personale. “Ci hanno ribadito che chiuderanno l’azienda”, ha commentato Emiliano Di Salvatore, rsu di Vesuvius, “Giampiero Castano, che sta seguendo la vertenza per il ministero dello Sviluppo economico, si è imposto duramente e ha fatto capire alla delezione di Vesuvius che cercherà di impedire che questo accada. Per quanto ci riguarda dobbiamo fare del tutto per trovare una soluzione entro 50 giorni e tutelare così il nostro futuro”. I lavoratori della multinazionale hanno protestato per più di un mese occupando l’azienda in attesa di risposte concrete da parte della società. Solo a fine settembre è stato annunciato che la Vesuvius avrebbe lasciato Avezzano mandando a casa gli 83 dipendenti tutti under 40. “Durante l’incontro sono state ribadite a tutte la parti coinvolte le ragioni che hanno portato alla decisione di chiudere gli stabilimenti di Assemini e Avezzano”, hanno precisato in una nota dalla Vesuvius, “l’azienda è pienamente consapevole dell’impatto della decisione e ha manifestato nuovamente la propria immediata disponibilità a continuare la discussione per individuare una soluzione in grado di minimizzare l’impatto sociale sui 186 dipendenti coinvolti, coerentemente con la cultura del gruppo. A tal fine, Vesuvius ha ribadito di essere pronta fin da subito a proseguire con le organizzazioni sindacali un serrato dialogo nell’ambito della procedura avviata lo scorso 26 settembre. Inoltre, la società ha altresì manifestato la propria disponibilità a prendere parte a ulteriori tavoli di discussione nazionale, qualora questo venisse richiesto dal Ministero dello Sviluppo Economico”.