Celano. Il sindaco Filippo Piccone e il Presidente delle Provincia dell’Aquila Antonio Del Corvo, hanno incontrato i lavoratori della Pittini per fare il punto della situazione e studiare strategie da mettere in campo già nei prossimi giorni. Il primo cittadino, che ha aperto i lavori dell’assemblea, ha spiegato come sia il Comune di Celano che quello di Osoppo (Ud) si stiano interessando alla loro vicenda. “ Ho ritenuto opportuno incontrarci quantomeno per fare il punto della situazione”, ha spiegato il Sindaco On. Filippo Piccone, “ ho sentito il sindaco di Osoppo Avvocato Luigino Bottoni, il quale mi ha detto che almeno informalmente ha sentito la proprietà, sapremo il 2 gennaio se dalla Pittini ci sarà disponibilità a sederci intorno ad un tavolo quantomeno per far si che venga richiesta la cassa integrazione per un anno. Ho verificato anche la disponibilità al Ministero del Lavoro, da dove mi hanno rassicurato che nel momento in cui l’azienda accetterà il faccia a faccia, faremo subito l’incontro”. L’onorevole Filippo Piccone ha evidenziato che, se le cose vanno come devono, forse già nella seconda settimana di Gennaio potrebbe aversi la riunione al ministero del Lavoro. “Certo, se il 2 riceveremo un altro no dalla Pittini o non riceveremo affatto notizie alzeremo il tono anche noi. Io andrò insieme al Presidente Antonio del Corvo e una vostra delegazione a Osoppo, penso il 7 o 8 Gennaio, non è possibile che un’azienda che ha chiuso tratti così il territorio dove per anni ha tratto profitti”. Il primo cittadino ha invitato i lavoratori a pazientare almeno qualche altro giorno”. “Ritengo assurdo il comportamento della Pittini”, gli ha fatto eco il Presidente Antonio Del Corvo, “ non capisco l’assenza della proprietà da tutti i tavoli, sembra che stiano solo facendo un dispetto a voi lavoratori e a noi che rappresentiamo le Istituzioni. Non mi è mai capitata una cosa del genere, e di tavoli del genere ne abbiamo fatti purtroppo tanti”. Il Sindaco On. Filippo Piccone ha infine definito la situazione della Pittini come una delle più gravi che il territorio si è trovato ad affrontare, forse ancora più grave di quella dell’Ex zuccherificio e della Vepral, se non altro per l’età media dei lavoratori.