Avezzano. Sempre più drammatica la situazione dei dipendenti Olicar che operano nella Asl Avezzano – Sulmona -L’Aquila. Ad alzare la voce, nei giorni scorsi, è stato Antonello Tangredi, segretario Fim-Cisl, dopo essersi interfacciato con i lavoratori stanchi e senza più speranze. “Manital Idea, Olicar s.p.a. e Olicar gestione s.r.l., sembra che non abbiamo più niente da dire e, soprattutto niente da dare”, ha ricordato Tangredi, “dalla beffa, per la tipologia contrattuale applicata con ricatto ai lavoratori ospedalieri del servizio di manutenzione, a partire dal 2013, al danno, perché vedranno (comunicazione ufficiale dell’azienda) il pagamento degli stipendi di agosto, settembre, ottobre, novembre e tredicesima, notevolmente posticipati, rispetto alle normali scadenze (sempre che li paghino). I lavoratori, sono stremati dal pessimo modus operandi di queste società che, nel tempo, senza che, la memoria inganni alcuno, hanno fatto tutto e di più per peggiorare la qualità della vita dei lavoratori stessi e, di conseguenza, peggiorare la qualità dei servizi offerti alla Asl 1 (Avezzano-Sulmona-l’Aquila-Castel di Sangro), alla quale, le medesime società, sono legate da corposi e costosi appalti.
Per fortuna, fino a gennaio 2018, sperando che, nessuno “scienziato” delle gestioni amministrative-politiche, s’inventi qualche sciagurata proroga. La posizione sindacale, almeno quella della Fim-Cisl, è nota da tanto tempo:
queste società, prima lasciano, prima finiscono di fare danni alla società civile di questa Provincia, ovviamente, in compagnia di chi non li ha mai controllati, pur essendo profumatamente pagati per farlo. La posizione mai chiara, infatti, è sempre stata quella dei direttori generali della Asl 1 che si sono succeduti negli anni: sempre assenti, a parte le inutili conferenze stampa dove hanno parlato e parlano di fanta-sciocchezze-sanitarie. Questi signori, non hanno mai dato seguito alle denunce del sindacato, sull’andamento della gestione delle commesse: carenze congiunturali divenute strutturali, senza che la direzione Asl1 si fosse mai degnata d’intervenire.
E non sono bastati neanche i verbali sottoscritti presso la Prefettura dell’Aquila tempo addietro (anche dalla stessa ASL1), per riportare la normalità in un servizio pagato circa 6 milioni di euro l’anno: tutto è rimasto cristallizzato, mentre sono continuate a peggiorare le condizioni dei lavoratori, dei servizi ai cittadini e, persino, quelle dei fornitori dei materiali di ricambio (non forniscono più materiale perché le società non
pagano da tempo).
Ecco, questo è lo stato in cui versano gli ospedali della nostra provincia per colpa della cattiva gestione politica, ovvero, di chi nomina direttori e dirigenti che nulla hanno a che fare con la gestione delle nostre vite.
I lavoratori dei presìdi ospedalieri in questione, unitamente alle organizzazioni sindacali si riuniranno a brevissima scadenza, per pianificare le azioni di lotta opportune. Tutti, ormai, sperano in un tempestivo intervento della magistratura, già informata da qualche mese”.