Avezzano. Concluso il braccio di ferro tra la Olicar e i lavoratori assistiti dalla Fim-Cisl. “Arrivò nella nostra provincia a gennaio del 2013, dopo aver vinto una gara d’appalto pubblica, per la manutenzione elettrica – termoidraulica aggiudicazione della gara che, di per se, avrebbe dovuto far accendere i riflettori da parte della direzione generale Asl, su come fosse possibile ciò ma, stando ai fatti di “oggi”, la Asl, se ne guardò bene dal farlo”, ha spiegato Antonello Tangredi (Fim-Cisl), “in luogo del contratto dei metalmeccanici, la Olicar, impose quello del Multiservizi che, notoriamente è meno oneroso per le ditte e, più povero per le tasche dei lavoratori.
La resistenza dei lavoratori al cambiamento del contratto durò una giornata, il tempo di far arrivare ad Avezzano, altrettanti lavoratori da Roma e noi, lì, a trovare le soluzioni: assemblea su assemblea, per dire si o no alla Olicar. Alla fine i lavoratori vestirono la tuta della Olicar e iniziarono il calvario. Dopo pochi mesi di pagamenti puntuali, arrivarono i primi intoppi sulle retribuzioni e, di li a poco, i primi incontri in Prefettura per affrontare le questioni nodali dell’appalto stesso, non rispettato dalla Olicar, dagli stipendi non pagati alla sicurezza nei luoghi di lavoro ecc., fino ad arrivare a cambiare (a marzo 2017) la ragione societaria, da spa a Gestione srl, perché nel frattempo, la spa acquisita dalla ManitalIdea spa, aveva provveduto a chiedere un concordato preventivo in bianco al Tribunale di Asti.
Insomma, un’odissea che, un centinaio di lavoratori dislocati nei 4 ospedali pubblici più grandi della nostra provincia, hanno subìto con lo sguardo poco vigile della direzione generale della Asl e, con gli occhi chiusi del Suo ufficio tecnico che, guarda caso avrebbe dovuto vigilare obbligatoriamente, anche senza le denunce alla Procura di Avezzano, presentate dalla Fim-Cisl, senza successo, visto che le indagini dopo 1 anno e mezzo sono ancora in corso. Un disastro, dunque, la gestione della Olicar e una brutta pagina di vigilanza, quella dell’ufficio tecnico che, avrebbe dovuto controllare la gestione di un appalto che vale oltre 6 milioni di euro e tante, tante vertenze aperte contro la Olicar dalla Fim-Cisl, fino ad arrivare a far sequestrare parte considerevole di cose, aree e documenti, da parte dei Carabinieri del Corpo Forestale dello Stato.
Il 30 settembre dunque, la Olicar ha tolto le “ancore” da questa “Terra”, cacciata dalla ragione dei lavoratori sostenuti dalla Fim-Cisl che li sta seguendo ancora per il recupero della retribuzione di settembre, dei buoni pasto, delle differenze retributive/contributive, del Tfr. ecc. Dopo anni di feroci lotte la Fim-Cisl, con il chiaro appoggio dei suoi iscritti, ha cacciato la Olicar, con la speranza che non si affacci più da queste parti. Il primo ottobre, dunque, si è aperta una fase nuova, con altre ditte che, almeno dai curriculum, sembrano diverse e, assolutamente metalmeccaniche.
Intanto, con la vigilanza di sempre, la Fim-Cisl, farà del suo meglio per continuare ad accompagnare il futuro di questi onesti lavoratori, senza dimenticare che ha già predisposto una lettera indirizzata alla direzione generale della Asl, per invitarla, laddove possibile, a non pagare le fatture pregresse alla Olicar, proprio perché, le vertenze di lavoro aperte, potrebbero, con decreto autorizzativo del Giudice, innescare il pignoramento presso terzi, delle somme mal tolte ai lavoratori per oltre 5 anni”.