Avezzano. Una lunga staffetta tra le testimonianze delle famiglie, i passi del Vangelo e i canti hanno fatto da scenario alla veglia di Pentecoste alla parrocchia dello Spirito Santo. Centinaia di fedeli, rappresentanti delle confraternite e delle associazioni religiose, e poi tanti sacerdoti si sono appuntamento sul sagrato della parrocchia per invocare lo Spirito Santo. La veglia, organizzata dai movimenti della consulta diocesana, è stata articolata in diverse fasi. I ragazzi del coro diocesano hanno accompagnato le testimonianze di una giovane coppia, Eva e Giovanni con il loro piccolo Michele, di un’anziana vedova Giovanna moglie di un diacono e madre di una suora benedettina, e poi un ex carabiniere rimasto invalido a seguito di una malattia con due figli, una coppia marsicana che ha adottato due gemelline dell’Europa dell’Est e gli extracomunitari sbarcati a Lampedusa qualche mese fa e ospitati dalla Croce Rossa di Avezzano. Nelle loro parole, nei loro racconti, nelle diverse sfaccettature delle vita quotidiana c’era Dio, c’era lo Spirito Santo che li ha uniti e nei momenti di difficoltà li ha spinti ad andare avanti. Dei grandi fuochi sono stati poi accesi da esponenti della comunità cristiana diocesana accompagnati dal sinuoso ballo di una ragazza vestita di bianco. “Solo in Cristo morto e risorto è collocata la salvezza di ogni uomo”, ha spiegato il vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro durante la sua omelia, “siamo dominati dalla paura, ma passa il vento dello Spirito per riempire i nostri vuoti e liberare le nostre energie, ma c’è lo spirito che ci libera da tutte le paure. E lo spirito che vi dona la pace il perdono e la speranza. É lo spirito che lega i muri delle nostre famiglie, quando c’è vendetta odio risentimento e frattura con il prossimo lo spirito non c’è, passa da un’altra parte. E’ il grande ostetrico di questa incessante nascita di una nuova umanità. La misericordia fa ricominciare da capo ogni giorno e ogni sera deve essere un abbraccio di misericordia così come ogni mattina”.